Clan Di Lauro, il Riesame lascia in carcere il ras Vincenzo ma boccia alcune ipotesi di reato


Le accuse principali, quello che lo vogliono alla guida del clan Di Lauro e lo disegnano come lo stratega della svolta imprenditoriale del sodalizio, sono rimaste in piedi. E con esse è rimasta in piedi anche l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari Marco Giordano del Tribunale di Napoli.

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I giudici della ottava sezione penale del Tribunale del Riesame partenopeo hanno respinto l’istanza di scarcerazione presentata nell’interesse di Vincenzo Di Lauro, secondogenito del capoclan Paolo Di Lauro e reggente del sodalizio a partire dal giorno della sua scarcerazione (avvenuta nel 2015). Confermate, infatti, le accuse di associazione di stampo mafioso, traffico di droga, traffico di sigarette e reimpiego illecito di capitali. Tuttavia il Riesame ha escluso dal rosario di contestazioni alcune ipotesi di reato, ritenendo gli elementi insussistenti: un’associazione autonoma finalizzata alla turbativa d’asta e due reati (su quattro) relativi agli stupefacenti.

Nei giorni scorsi il Riesame ha confermato il carcere per il cantante neomelodico Tony Colombo e per la moglie Tina Rispoli, accusati di concorso esterno in associazione di stampo mafioso per avere fatto affari con il clan. I fatti contestati sono al centro dell’inchiesta che lo scorso 18 ottobre ha portato all’arresto di 27 persone.

giovedì, 2 Novembre 2023 - 11:53
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