Separazione carriere, Nordio ammette la frenata: «Priorità è premierato». Poi dice no ad abbassare l’età imputabile


Lo dice chiaro è tondo il guardasigilli. «La separazione delle carriere è nel nostro programma politico, ma occorre cambiare la Costituzione. Al momento però la priorità politica è il cosiddetto premierato, che porterà ad una riforma della Costituzione e probabilmente ad un referendum». Carlo Nordio è al Teatro San Carlo di Napoli per i “Dialoghi con il ministro”, incontro organizzato dall’associazione Polo Sud, presieduta dall’ex parlamentare Amedeo Laboccetta. Con lui il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, i penalisti Vincenzo Maiello e Carmine Ippolito e i magistrati Arcibaldo Miller e Paolo Itri. Il dibattito ruota intorno alla riforma della giustizia. E il ministro prova a giocare di rimessa, dopo le critiche al governo nell’ultimo periodo.

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Al centro, proprio il rallentamento del ddl sulla giustizia. Il progetto segna il passo, superato dal premierato nelle gerarchie di Palazzo Chigi. «I ritardi, se tali vogliono essere definiti – sostiene Nordio – sono dovuti al fatto che le due cose non possono essere accoppiate. Ho letto critiche, ma la riforma non è rinviata: c’è un cronoprogramma, che vede quale priorità la riforma costituzionale sul premierato». Ciò nonostante «abbiamo dato già cinque segnali nel senso della riforma con atti che oggi giacciono al Senato: abbiamo chiesto in primis di introdurre il principio dell’ordinanza di custodia cautelare, che deve essere collegiale, oggi si va in prigione con la doppia chiave di pm e gip. Abbiamo poi pensato che l’interrogatorio di garanzia venga fatto prima che scattino le manette, oggi il 50% delle persone che vengono arrestate sono poi scarcerate dopo l’interrogatorio di garanzia. Vogliamo inoltre introdurre l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, chiesto da tutti gli amministratori ed introdurre la riforma che definiscono il ‘minimo sindacale’ sulle intercettazioni, che prevede come il terzo che viene richiamato nelle intercettazioni non può essere nominato e finire sui giornali».

Il ministro non rinuncia a una stoccata agli ex colleghi pubblici ministeri. «Il pm italiano ha un enorme potere e senza responsabilità» attacca. Ciò avverrebbe perché «quando abbiamo mutuato l’istituto del pubblico ministero dal processo anglosassone, abbiamo creato una figura ibrida, lasciandogli quei poteri ma con le indipendenze dal giudice previste dalla Costituzione: un potere enorme sprovvisto di responsabilità». E quando «i padri costituenti hanno scritto la Costituzione avevano davanti il codice Rocco: l’unità delle carriere era indiscutibile, sembrava metafisico parlare di separazione delle carriere. I padri costituenti non avevano pensato poi che il professor Vassalli avrebbe creato un modello anglossassone senza toccare le carriere. Poi lo stesso Vassalli quando è andato in Corte Costituzionale ha iniziato a demolire il suo stesso codice perché si è reso conto che la sua riforma era in contrasto con la Costituzione».

Nordio torna anche a cavalcare una sua idea, accolta nel programma di governo: il sorteggio per eleggere i componenti del Csm. Una ricetta, a suo dire, contro il ‘correntismo’ della magistratura. «Quando parlo di sorteggio – spiega -, parlo di un canestro formato da persone qualificatissime come magistrati già valutati quattro volte, docenti di comprovata esperienza e presidenti degli ordini delle camere penali, personalità dai quali estrarre i componenti dei due Csm. Questo permetterebbe di interrompere il legame che c’è tra elettore ed eletto. Non avete idea, quando ci sono elezioni per il Csm, le telefonate che arrivano per accaparrarsi il voto. Va da sé che l’eletto debba restituire il favore all’elettore». Da queste prassi, secondo lui, nascerebbero «le cose che tutti conoscono e che il ‘sistema Palamara’ ha fatto emergere». Del resto «sono sorteggiati i giudici popolari che ti mandano all’ergastolo, vengono sorteggiati i componenti del tribunale dei ministri e sono sorteggiati perfino i magistrati che compongono le commissioni che giudicano i futuri magistrati». Il guardasigilli, inoltre, tocca anche il tema dell’età imputabile, ricorrente dopo gravi episodi di cronaca in cui il reo è un giovanissimo. Ma per lui «le cose devono restare come sono, abbassare l’età è contro l’etica».

martedì, 21 Novembre 2023 - 21:35
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