Omicidio Tramontano, sorella di Giulia: «Ergastolo a Impagnatiello, vogliamo sapere di vivere in un paese giusto»

giulia tramontano e alessandro impagnatiello

Il processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, la 27enne di Sant’Antimo ammazzata dal compagno nel Milanese, è alle porte. E in vista dell’apertura del caso in Tribunale, Chiara Tramontano, sorella di Giulia, affida ai social un appello rivolto ai giudici: «Chiediamo giustizia, l’ergastolo per l’essere inumano che ci ha privato di una sorella, una figlia, un’amica, un nipote ed una grande donna. Le famiglie che vivono l’ergastolo del dolore hanno diritto a giustizia e pena esemplare». La pena esemplare viene invocata per Alessandro Impagnatiello, il barmant che lo scorso 27 maggio ha ucciso Giulia con 37 coltellate, stroncando la vita anche al bimbo di sette mesi che la ragazza portava in grembo. L’omicidio si p consumato nell’abitazione di Senago della coppia, quell’abitazione che Giulia intendeva lasciare dopo avere scoperto che Impagnatiello aveva una relazione parallela con una collega.

«Vogliamo sapere di vivere in un Paese giusto. Nulla ci restituirà Giulia, ma la giustizia può alleviare il senso perenne di frustrazione e sconfitta che proviamo dinnanzi alla lapide di mia sorella», scrive sui social Chiara Tramontano, che chiede «giustizia per il nipote (Thiago, ndr) che non culleremo mai, per la nostra vita distrutta, per i silenzi che accompagneranno ogni Natale, ogni compleanno di Giulia, ogni giorno di festa in cui non saremo più in 5 a tavola». I genitori di Giulia «sono ergastolani del dolore di fronte alla foto della figlia impressa su un pezzo di marmo».

Impagnatiello è finito a processo dopo la richiesta di rito immediato avanzata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo. E’ accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione (avrebbe fatto anche ingerire alla fidanzata veleno per topi per mesi), crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza. E’ anche imputato per interruzione di gravidanza non consensuale e per occultamento del cadavere. Il processo prenderà il via il prossimo 18 gennaio dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Milano.

martedì, 9 Gennaio 2024 - 19:19
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