Appalti Rione Terra, Oddati lascia il carcere. E sui soldi presi dall’imprenditore indagato: «Ero in difficoltà, mi ha aiutato»

Nicola Oddati
Nicola Oddati
di maga

Niente più carcere per Nicola Oddati, ex componente della direzione nazionale del Pd ed ex dirigente della Regione Campania rimasto coinvolto nell’inchiesta per corruzione e turbata libertà degli incanti in relazione ad alcune opere per il rilancio del Rione Terra a Pozzuoli.

Nella serata di ieri il giudice per le indagini preliminari Antonio Baldassarre del Tribunale di Napoli che ne aveva disposto il trasferimento in prigione ha deciso per l’attenuazione della misura cautelare: Oddati ha così ottenuto i domiciliari. La sostituzione del provvedimento restrittivo è intervenuta all’esito dell’interrogatorio di garanzia nel corso del quale Oddati, difeso dagli avvocati Paola Balducci e Vittorio Giacquinto, ha fornito la sua versione dei fatti in merito alle contestazioni.

Secondo la procura, Oddati avrebbe intascato soldi e avrebbe beneficiato di una serie di regali per aiutare Musella, attraverso i suoi contatti con politici e amministratori, a ottenere appalti e concessioni. Queste dazioni di denaro sarebbero avvenute in almeno due occasioni, il 15 dicembre 2021 e l’11 gennaio 2022 (in questa data fu fermato e trovato in possesso di 14mila euro): gli incontri per la consegna dei soldi, è l’inciso degli investigatori, sarebbero avvenuti nella sede di rappresentanza della Regione Campania a Roma dove Oddati lavorava come dirigente della Regione Campania. Oddati, dinanzi al gip, ha ammesso di aver preso delle buste di danaro (circa 14mila euro) dalle mani dell’imprenditore amico Salvatore Musella, ma ha negato si trattasse di una ricompensa per piaceri ‘illeciti’: ha sostenuto di avere ricevuto un aiuto economico da un amico trovandosi in quel momento storico in difficoltà economiche personali.

sabato, 20 Gennaio 2024 - 13:35
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