Carenze di organico nel comparto della magistratura, ma soprattuto disfunzioni legate alle strutture e alle competenze digitali del personale amministrativo. A Napoli la giustizia sconta problemi che, in taluni casi, si trascinano da decenni e non trovano soluzione per lo scarso interesse di chi avrebbe il dovere e il potere di intervenire. L’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 ha fatto registrare sul punto le doglianze di avvocati e magistrati, concordi nello spingere e nel pretendere strutture adeguate per l’amministrazione della giustizia nonché competenze vere per affrontare la sfida telematica che fa fatica a compiersi. «Il problema dell’edilizia giudiziaria è atavico», ha denunciato il presidente, facente funzioni, di Corte d’Appello di Napoli Eugenio Forgillo.
«Se per la magistratura ordinaria l’edilizia lascia molto a desiderare, per i giudici di pace – ha insistito Forgillo – la situazione è ancora più complessa e critica a causa della mancata adeguata dotazione di cancellieri che vengono forniti dai Comuni. Le doglianze sulla scarsa funzionalità degli uffici provengono proprio dall’utenza, cittadini e avvocati». Sulla stessa scia il presidente dell’Ordine degli avvocati Immacolata Troianiello che, in occasione del discorso alla cerimonia di inaugurazione all’anno giudiziario, ha ricordato come «gli uffici dei giudici di pace del distretto presentano notevoli criticità, alcune comuni, che si raggruppano nelle carenze strutturali ed inefficienze costitutive di organici e mezzi».
Qualche esempio per rendere l’idea della situazione: «Nel circondario di Nola il telematico risulta quasi ancora inesistente; a Napoli, il palazzo della Caserma Garibaldi, presenta caratteristiche strutturali tali da non consentire a volte lo svolgimento delle udienze nelle modalità dovute, né la verbalizzazione in modalità telematica, viceversa imposte dal d.l. n. 13/2023. Basti pensare alla assenza di una rete WI-FI all’interno degli uffici che non consente ai colleghi di contribuire alla verbalizzazione informatica», ha elencato l’avvocato Troianiello.
Ancora: «Nel Circondario di Torre Annunziata, gli uffici, proprio di Torre Annunziata, soffrono di una endemica ed insopportabile carenza di organico, già attenzionata varie volte senza riscontro alcuno. Molti dei giudici di pace trattano le prime udienze anche a due anni di distanza dall’iscrizione a ruolo, anche a causa dei reiterati rinvii d’ufficio», ha aggiunto Troianiello. Le cose non vanno meglio a Benevento, dove – ha proseguito Troianiello – «si registrano ritardi nell’emissione di provvedimenti giudiziali». Non finisce qui. Un altro «problema comune – ha incassato Troainiello – sono gli archivi, spesso senza personale oppure chiusi da mesi».
Nota dolente è poi «la mancanza di una adeguata formazione, anche dei cancellieri, degli strumenti informatici» che si ripercuote sul corso dei processi. «Benché il Tribunale di Napoli abbia raggiunto obiettivi accettabili in termini di produttività ed un tasso di smaltimento (clearance rate) quasi sempre superiore ad 1 – ha rilevato Troianiello -, non altrettanto può dirsi sia per la giustizia “minore” di Pace, ma anche e soprattutto per la Corte d’Appello, che fa registrare una durata media dei processi davvero inaccettabile». Qualche esempio: «Cito due rinvii che sono stati effettuati nelle nostre aule, un giudice di pace ha rinviato per la precisazione delle conclusioni al 2026 ed un rinvio in Corte d’Appello al 2027».
domenica, 28 Gennaio 2024 - 16:21
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