Abruzzo, Marsilio fa il bis. FdI primo partito, poi il Pd; tonfo Lega e M5s


Si è fatto presto, dalle parti del centrosinistra, ad inneggiare al campo largo come misura miracolosa per battere il centrodestra dopo la vittoria risicatissima in Sardegna di Alessandra Todde (sostenuta da una coalizione guidata da Pd e Movimento 5 Stelle. In Abruzzo il centrodestra non solo s’è preso la rivincita ma ha letteralmente schiacciato gli avversari. Marco Marsillio si è riconfermato presidente di Regione vincendo con uno scarto di quasi 43 mila voti: 53,50% dei voti contro il 46,50% di preferenze per l’avversario Luciano D’Amico, sostenuto dal “campo largo” di centrosinistra. Un voto bulgaro. «Qualcuno – ha detto Marsilio – ci ha sottovalutato e a mezzanotte ancora raccontava di un testa a testa che non è mai esistito, se non nei sogni di ha provato a raccontare un altro Abruzzo, non quello che hanno scelto gli elettori». «Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo, perché era il suo triste passato. Il campo largo non sarà il futuro dell’Italia», ha aggiunto.

Un’analisi dei voti
Nella circoscrizione aquilana il presidente di centrodestra ha predominato con un vantaggio di 33 mila voti. Ciò che colpisce nell’analisi del voto di domenica è che nei 108 comuni della provincia Luciano D’Amico, candidato presidente di Regione per il centrosinistra, ha vinto in soli 10 comuni, e in altri 4 si è quasi concluso con un pareggio. A parte i centri maggiori L’Aquila e Avezzano, Celano e Sulmona, si tratta però quasi sempre di piccoli comuni con poche centinaia di residenti. I due dei comuni dove il centrosinistra ha prevalso c’era un candidato locale, pratica molto più frequente nel centrodestra. Le percentuali con le quali però Marsilio ha vinto in questi piccoli comuni ha spostato molto l’esito finale: si va dall’88,14% di Castelvecchio Calviso con i suoi 59 voti complessivi, l’86,9% di Collepietro, l’84,17% di Trasacco o l’81,8% di Ovindoli. Moltiplicato per decine però si sommano in migliaia: ad Avezzano un robusto 62,49%, a Roccaraso il 77,46% o il 66,74% di Scanno. D’Amico ha invece prevalso laddove c’era un candidato locale, ed è questa secondo gli osservatori la chiave di volta: la forza delle liste. Molto più strutturate nel centrodestra.

L’exploit di Forza Italia
Il voto racconta che Fratelli d’Italia è il primo partito con circa il 24,1% di preferenze, una percentuale enorme rispetto al risicato 6,5% delle elezioni regionali del 2019: segno che il partito di Giorgia Meloni è cresciuto. Bene anche Forza Italia, che molti davano per spacciata dopo la morte di Silvio Berlusconi: gli azzurri portano a casa oltre il 13,44%, guadagnando punti rispetto al 9% delle Regionali del 2029. Male la Lega, che sprofonda al 7,56% mentre nel 2019 prese il 27,5%. Precipita pure il Movimento Cinque Stelle che nel 2019, correndo in solitaria, ebbe il 19,7%: adesso invece si ferma a 7,01%. Problemi per Azione, che è sotto il 4%. Il Partito democratico, invece, tiene botta: porta a casa il 20,29%, in crescita rispetto all’11,1% delle regionali del 2019.

Chi è stato rieletto tra gli uscenti
Quattro assessori regionali uscenti confermati come consiglieri regionali, altri tre invece bocciati dalle urne, tra cui quello alla sanità, tre donne elette nella nuova assemblea regionale, oltre alla Lega che perde otto consiglieri rispetto alle elezioni del 2019: sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi del voto in Abruzzo che ha decretato la vittoria di Marco Marsilio.

Sono 19 i consiglieri confermati dalle urne: Emiliano Di Matteo (eletto con la Lega nel 2019 poi passato a Fi, ndr), Vittorio D’Incecco (Lega), Emanuele Imprudente (Lega, assessore), Lorenzo Sospiri (Fi, presidente consiglio uscente), Daniele D’Amario (Fi, assessore), Nicola Campitelli (assessore eletto con la Lega poi passato a FdI), Luca De Renzis (eletto con la lega poi passato a FdI), Umberto D’Annuntiis (FdI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta uscente), Mario Quaglieri (FdI, assessore), Leonardo D’Addazio (FdI), Massimo Verrecchia (FdI), Marianna Scoccia (Noi Moderati), Roberto Santangelo (eletto con Ap nel 2019 poi passato a Fi), Francesco Taglieri (M5S), Antonio Blasioli, Silvio Paolucci, Dino Pepe (Pd), l’unico consigliere del centrosinistra in provincia dell’Aquila, Pierpaolo Pietrucci (Pd), Sandro Mariani (Pd). Bocciati in 14 consiglieri uscenti, con alcune esclusioni eccellenti, tra cui quelle degli assessori uscenti Nicoletta Verì (sanità), eletta nel 2019 con la Lega e candidata nella lista Marsilio Presidente, Pietro Quaresimale (Lega, istruzione), e Mauro Febbo (FI, turismo). I cambi di casacca non hanno giovato a Sara Marcozzi (FI), l’ex candidata alla presidenza della Regione con M5S nel 2014 e nel 2019; a Antonietta La Porta e Manuele Marcovecchio, usciti dalla Lega per candidarsi con Fi; Marco Cipolletti, eletto con M5S, nel 2022, a FdI. Non confermati quattro della Lega (Simone Angelosante, Sabrina Bocchino, Simona Cardinali e Fabrizio Montepara), due M5S (Giorgio Fedele e Barbara Stella) e Amerigo Di Benedetto, Pd. Tre le donne elette in consiglio: Tiziana Magnacca (FdI), Marianna Scoccia (Noi Moderati) ed Erika Alessandrini (M5S). Nella legislatura precedente le donne in consiglio erano cinque (Bocchino, Verì, Scoccia, Marcozzi e Stella). Tra i nuovi ingressi l’ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco (Pd), Enio Pavone (Azione), Giovanni Cavallari, Vincenzo Menna, entrambi di Abruzzo Insieme, Luciano Marinucci, e Gianpaolo Lugini, lista di Marsilio Presidente. Tornano in Consiglio dopo dieci anni l’ex assessore della Giunta Chiodi, Paolo Gatti (FdI), e l’ex sindaco di Rosello Alessio Monaco (Avs-Aps).

lunedì, 11 Marzo 2024 - 19:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA