Napoli, poliziotto ucciso 37 anni fa: il Riesame scarcera uno dei due indagati

Il poliziotto Domenico Attianese ucciso nel tentativo di sventare una rapina
di maga

L’inchiesta che ha rispolverato un omicidio di circa 40 anni, quello dell’agente di polizia Domenico Attianese, portando all’arresto di due persone inciampa in sede di Riesame. I giudici del Tribunale della Libertà, decima sezione penale, hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita a inizi a febbraio nei confronti del 59enne Salvatore Allard. Le motivazioni alla base della decisione saranno depositate nelle prossime settimane, ma è verosimile che il Riesame abbia accolto una delicata questione procedurale sollevata in sede di discussione dall’avvocato Domenico Dello Iacono.

Una premessa: l’arresto di Allard, unitamente a quello del 60enne Giovanni Rendina, è la conseguenza di una rivisitazione di alcuni elementi raccolti al tempo attraverso la lente delle moderne tecniche di indagine. Per dirne una: nel corso del sopralluogo avvenuto al tempo (stiamo parlando del 4 dicembre 1986), furono rilevati numerosi frammenti papillari che sono stati riesaminati grazie alle comparazioni dattiloscopie effettuate dalla Scientifica sulla scorta delle evoluzioni tecnologiche. Ebbene, la difesa – nel corso della discussione al Riesame – ha contestato il valore della revisione delle impronte digitale: la Scientifica, è il rilievo del legale, non ha esplicitato l’indicazione dei sedici punti caratteristici sovrapponibili delle creste papillari (le cosiddette minuzie) tra il reperto giudiziario (ossia l’impronta raccolta a suo tempo) e il dito anulare della mano destra di Allard. Nei prossimi giorni si terrà il Riesame di Rendina.

Per Allard e Rendina quella è in corso è la seconda inchiesta affrontata sull’omicidio di Domenico Attianese. Il delitto si consumò nel corso di una rapina all’interno di una gioielleria nel quartiere di Pianura. I malviventi avevano bloccato i titolari sotto la minaccia delle armi e stavano portando via tutti gli oggetti preziosi. A capire quanto stava accadendo all’interno del negozio fu la figlia di Attianese, che si trovava a passare di lì: la ragazza, che all’epoca aveva 14 anni, chiamò il padre che abitava a pochi metri dal negozio. Attianese intervenne immediatamente, ma dopo una violenta colluttazione con i malviventi venne disarmato e poi ferito da un colpo di pistola che lo raggiunse alla testa. Rendina e Allard vennero incriminati diversi anni dopo l’omicidio, ma il processo in Corte d’Assise di Napoli istruito a loro carico si concluse con una assoluzione. Era il 1996. Adesso la procura della Repubblica di Napoli ha riprovato a dare una risposta a quel delitto, ma la prima pronunciata del Riesame obbliga l’ufficio giudiziario a rivedere le proprie mosse.

giovedì, 14 Marzo 2024 - 12:58
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