Il giallo della morte di Cosimo Di Lauro: l’autopsia per fugare gli ultimi dubbi. In cella il ras farneticava e ululava

Il boss di Secondigliano Cosimo Di Lauro (foto Kontrolab)

L’esame è stato disposto nell’ambito del fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, aperto dal pm di Milano Roberto Fontana. Sarà effettuata giovedì prossimo l’autopsia sul corpo di Cosimo di Lauro, boss della camorra deceduto nella notte tra domenica e lunedì, a 48 anni, nel carcere milanese di Opera, dov’era detenuto in regime di 41bis. Il sostituto procuratore ha disposto anche una consulenza medico legale e tossicologica, per chiarire con esattezza le cause della morte, e quali fossero le condizioni di salute nell’ultimo periodo. Secondo un primo esame esterno, la morte del boss – ritenuto il regista della prima faida di Scampia e Secondigliano – sarebbe sopraggiunta nella notte, anche se la constatazione del decesso è delle 7,10 di ieri. Sul cadavere non sarebbero stati trovati segni di violenza, o elementi che possano far ipotizzare un suicidio. Si propende quindi per un decesso per cause naturali, ma sarà l’autopsia a fare definitiva chiarezza.

Il cadavere era disteso sul letto, in posizione supina. La necessità di dissipare ogni incertezza, peraltro, non nasce solo dalla morte prematura. Da anni il legale del boss, Saverio Senese, chiedeva una verifica sulla capacità di intendere e volere. Il difensore ha descritto Di Lauro in grave stato di decadimento psicofisico. Da quanto si apprende, Di Lauro farneticava di giorno e ululava di notte. Inoltre ormai fumava cinque pacchetti di sigarette al giorno, che avevano reso i suoi denti neri come il carbone. Per i suoi avvocati, già dal 2008 Cosimo Di Lauro era incapace di sostenere i processi. Un assunto smentito dalla Dda di Napoli, per la quale il boss simulava il suo disagio mentale.

L’ultima visita dei legali risale al giugno del 2019: gli avvocati si recarono nel carcere di Opera per incontrarlo, dopo avere ricevuto una lettera nella quale però il detenuto non aveva scritto neppure una parola. Quando gli chiesero il perché, Di Lauro avrebbe risposto, ancora una volta, con frasi farneticanti. E poi si sarebbe congedato per «una riunione importante con alcuni imprenditori che doveva sostenere nella veste di capo Di un mondo parallelo». Il figlio del capoclan Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo ‘o milionario, è stato condannato all’ergastolo, con sentenza passata in giudicato, per l’omicidio (avvenuto l’11 dicembre 2004) Di Massimo Marino, cugino Di Gennaro Marino, ex braccio destro Di Paolo Di Lauro; e per l’assassinio Di Mariano Nocera, ritenuto legato agli “scissionisti” degli Abete-Abbinante, ucciso il 2 settembre 2004, secondo il racconto dei pentiti, perché non volle piegarsi al volere di Cosimo.

martedì, 14 Giugno 2022 - 20:49
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