Inchiesta Fanpage, lo schiaffo di Oliviero: l’”uomo della valigetta” torna in Consiglio nel silenzio di Buonajuto e dei politici

Mario Oliviero
Mario Oliviero detto 'Rory'
di Dario Striano

Lo scorso 2 marzo aveva comunicato con una lettera al Comune la decisione di autosospendersi da consigliere comunale di Ercolano. Una decisione particolarmente discussa in città. Perché mentre i vertici della Sma (Biagio Iacolare e Lorenzo Di Domenico) e il rampollo di casa De Luca, Roberto (figlio del Governatore della Campania e assessore al Bilancio al Comune di Salerno), avevano già rassegnato le proprie dimissioni a seguito dell’inchiesta di Fanpage su rifiuti e tangenti, – dalla quale sono stati colpiti – Mario Rory Oliviero aveva scelto la strada dell’arrivederci anziché quella dell’addio. «Per non lasciare privi di rappresentanza – spiegava – quei 1200 cittadini che lo avevano votato alle amministrative». Strada che si è rivelata però più breve del previsto e che rischia di sollevare un nuovo polverone politico nella città degli Scavi. O forse no. Perché ‘l’uomo della valigetta’, protagonista del video forse più devastante trasmesso nell’inchiesta ‘Bloody Money’, era presente al consiglio comunale di mercoledì 18 aprile. Ed era presente in Consiglio nel silenzio assoluto del sindaco Pd Ciro Buonajuto e di tutte le forze politiche dell’assise consiliare, ripresa – come sempre del resto – in streaming dalle telecamere del circuito comunale. Presente nonostante appena un mese fa avesse protocollato la sua sospensione con una lettera indirizzata al presidente del consiglio Luigi Simeone (Pd) per «non appesantire i lavori del consiglio comunale e per sottrarre l’istituzione locale al continuo stillicidio di notizie suscitato da certa stampa nell’opinione pubblica».

Un frame della diretta streaming del Consiglio comunale: parla Oliviero

 

Il dietrofront
Mario Remy Oliviero, per gli amici Rory, il nipote di un eroe che ha combattuto le mafie (il generale Niglio), ripreso mentre si allontana con una valigetta nella quale crede ci sia una tangente da 50mila euro ma in realtà piena zeppa di cartacce e rifiuti, ha impiegato poco più di un mese per fare dietrofront, problabilmente pensando che, scemata l’attenzione mediatica sull’evento, nessuno si sarebbe più accorto di lui. E così, come se nulla fosse, s’è palesato durante una riunione particolarmente importante per la città Ercolano, quella utile alla votazione del rendiconto di bilancio, senza peraltro presentare alcuna comunicazione ufficiale circa la decisione di revocare l’autospensione. Circostanza che ha destato lo stupore di tutti i presenti, rifugiatisi però in un inspiegabile silenzio. Nessuno ha sottolineato l’incoerenza del capogruppo di Area Popolare che aveva annunciato di restare ai margini della vita politica cittadina almeno fino a quando «non fosse stata fatta piena luce sulla sua posizione nell’inchiesta». Nessuno, persino «il sindaco della legalità di Ercolano», Ciro Buonajuto, citato da Renzi come esempio della lotta alle mafie e nominato responsabile nazionale del dipartimento della Giustizia del PD. Persino i rappresentati di partiti e liste civiche – dal Pd al Movimento 5 Stelle – che nelle settimane susseguenti ai filmati trasmessi da Fanpage avevano invocato scelte più nette rispetto alla semplice autosospensione. Una richiesta desumibile anche nella lettera di autosospensione di Oliviero in cui il ‘delfino’ di De Mita criticava i suoi colleghi consiglieri comunali e il presidente dell’assise cittadina Luigi Simeone. “Rei” di averlo voluto «le sue dimissioni».

L’intervento in consiglio
Non solo si è presentato in consiglio comunale ma ha anche avuto un ruolo attivo durante la riunione. Al minuto 12 della seconda ora di consiglio comunale, si è alzato e ha sottolineato «l’importanza dell’atto che l’assemblea si accingeva a votare», in qualità di capogruppo di Area Popolare, ha annunciato il suo voto negativo, con riserva, al rendiconto di bilancio proposto dalla maggioranza. «Se solo il 20% di quello annunciato – ha detto Oliviero – dai colleghi di maggioranza dovesse concretizzarsi nell’approvazione del consuntivo, credo ci siano tutti i presupposti per provare a condividere il documento finanziario dell’anno prossimo». Insomma, la presenza di Rory Oliviero, seppur non criticata, sicuramente non sarà passata inosservata alle varie forze politiche cittadine.

venerdì, 20 Aprile 2018 - 08:58
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