Il carcere diventa un mezzo educativo, sbloccata la riforma sacrificata sull’altare delle elezioni Politiche

Andrea Orlando
Il vice segretario nazionale del Pd Andrea Orlando

La riforma sacrificata sull’altare delle Politiche si sblocca. Tra gli applausi della quasi totalità del mondo politico e le minacce dei leghisti di abolirla non appena saliranno al Governo, sempre che alla guida del Paese ci arrivino.
Questa mattina il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha dato comunicazione che la riforma dell’ordinamento penitenziario si farà, e il testo sarà presto trasmesso alle Camere. La riforma riporta al centro la funzione educativa della pena sancita dalla Costituzione, predisponendo una serie di misure tese al recupero e al reinserimento dei detenuti nella società civile. Il ministro ha, tuttavia, precisato che «non c’è nessun ‘salvaladri’, noi le pene dei ladri le abbiamo aumentate rispetto a quelle che c’erano. Nei prossimi giorni nessuno uscirà sulla base di automatismi», segno che nel Pd è forte la preoccupazione che la società civile possa ulteriormente prendere le distanze dal partito immaginando che la riforma vada a ‘premiare’ chi commette reati.
Nei giorni caldi della mancata approvazione della riforma noi di Giustizia News abbiamo realizzato approfondimenti sullo schema della riforma, spiegando nel dettaglio cosa prevede e cosa cambia rispetto ad oggi. Avvalendoci anche degli interventi degli avvocati napoletani Riccardo Polidoro e Sergio Schiltzer. Gli approfondimenti sono disponibili nell’edizione digitale del quotidiano, che è accessibile su abbonamento. Domani Giustizia News torna sul tema, sempre nell’edizione digitale

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venerdì, 16 Marzo 2018 - 16:57
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