Napoli, la Camera penale si rifà il look Bruno Botti trascina l’ala dei «militanti»

L'avvocato Bruno Botti, candidato presidente alla Camera penale di Napoli
di Manuela Galletta

Una Camera penale che «torni ad essere la casa di tutti gli iscritti», che diventi laboratorio di idee condivise per risolvere i ‘nodi’ della Giustizia nel circondario partenopeo e che si riappropri, a livello nazionale, di quella centralità che per tanti anni le è appartenuta e che invece si è oggi opacizzata.

L’avvocato Bruno Botti ha lanciato con questo programma la sfida dei «militanti penalisti», come lui li definisce, alle imminenti elezioni per il rinnovo della Camera penale di Napoli, previste per il 24 novembre prossimo. La ‘chiamata alle armi’ è avvenuta mercoledì scorso, nella sala della Camera penale partenopea dove ogni giorno gli avvocati appoggiano i loro effetti personali prima di recarsi in udienza o sostano per studiare gli atti. Poco più di un centinaio i presenti, tra i quali anche avvocati che sino a pochi mesi fa facevano parte della ‘squadra’ uscente capitanata dall’avvocato Attilio Belloni e contro la quale Bruno Botti, e la sua lista (Giuseppe De Gregorio, Marcello Fattore, Andrea Imperato, Stefano Montone, Giancarlo Nocera, Roberto Saccomanno, Luigi Sena e Annalisa Senese), si pone in chiave polemica e di rottura. «Ci siamo resi conto che una serie di colleghi si sono allontanati dalla Camera penale come conseguenza di un atteggiamento, come conseguenza di un metodo di gestione della Camera penale che ha fatto apparire l’associazione come qualcosa che passasse di mano in mano per disegni e strategie decisi altrove e non all’interno degli iscritti. E questo ha fatto percepire la Camera penale come la casa di pochi, finendo con l’allontanare anche avvocati storici che tanto hanno fatto per la Camera penale», ha esordito Botti, che è il candidato presidente.  Chiara la stoccata alla giunta di Belloni, che ha di recente sofferto di qualche malcontento interno se si considera che alcuni dei ‘suoi’ si sono dimessi dagli incarichi ottenuti, come Guido Picciotto e Leopoldo Perone. Ma la frecciata era anche rivolta alla giunta ancora precedente alla discesa in campo di Belloni, quella diretta dall’avvocato Domenico Ciruzzi, il quale alla sua ultima candidatura si ritrovò la strada spianata dal momento che nessuna altra lista si presentò al voto. In quella occasione, nel giorno degli scrutinii, due noti avvocati, in segno di disaccordo con la gestione della Camera penale, ritirarono la loro iscrizione dall’associazione.

La «condivisione e la partecipazione» di tutti gli iscritti sono il «baricentro» della Camera penale che Botti e i ‘suoi’ oggi immaginano. Ragion per cui non esiste un programma definito, con punti intoccabili, ma – ha spiegato Botti – «esiste un perimetro di idee entro le quali ci muoveremo». In cima alle lista delle cose da fare c’è la «battaglia per la tutela degli avvocati, soprattuto quelli giovani, davanti all’arroganza dei magistrati nelle aule di Giustizia – ha spiegato Botti – I giovani avvocati devono sapere che c’è un’associazione che li protegge dalla protervia di chi ha di fronte quando va in udienza». Secondo punto: la tutela «reale» delle garanzie dell’imputato, compito che «fa parte della cultura dell’avvocato». Terzo: la battaglia per migliorare le disfunzioni della Giustizia a Napoli. La ‘giunta’ di Belloni aveva creato a tal proposito degli osservatori per intercettare i disagi e mettere sul campo le dovute iniziative. Anche rispetto a questa strategia di intervento, i «militanti penalisti» di Bruno Botti scelgono di prendere le distanze. Non senza fare polemica. «Abbiamo bisogno che ognuno di voi ritorni. E contribuisca con le sue idee. Noi non abbiamo bisogno di osservatori predefiniti per distribuire cariche e ottenere consensi – ha spiegato Botti – Chiunque abbia un’idea valida, sarà lui capofila del progetto. E se ci sarà bisogno di creare un osservatorio, sarà lui il capofila. Il percorso sarà inverso rispetto a quanto fatto con la Camera penale di Napoli e a livello nazionale». Già, il ‘livello nazionale’. Un’altra nota dolente per i penalisti napoletani. «Sappiamo tutti che da due anni la Camera penale di Napoli non ha un proprio rappresentante nella giunta nazionale e, all’esito delle elezioni svoltesi al congresso di Sorrento, non lo avrà nemmeno per i prossimi due anni – ha commentato Botti – Le ragioni sono note e derivano forse da scelte poco meditate operate alla vigilia del congresso di Bologna del 2016. Ecco, Napoli deve tornare sul palcoscenico nazionale. Ma per il lavoro che svolgerà, per le battaglie che condurrà. Non certo attraverso alchimie ed oscure strategie di corridoio».

La sfida è chiara. E la platea di penalisti presente al discorso di ‘presentazione’ di Bruno Botti è sembrata pronta ad abbracciarla. Gli applausi non sono mancati, soprattutto quando Botti ha ha insistito sulla ‘chiusura’ della Camera penale rispetto agli iscritti. Pensiero condiviso, a sentire gli interventi seguiti dopo il discorso del penalista, da altri avvocati.  «La partecipazione di cui parla Botti è fondamentale – ha commentanto l’avvocato Giorgio Varano intervenendo al dibattito – Io da quattro anni non ho visto un’assemblea della Camera penale. E’ una cosa assurda. La Camera penale si fa qua, incontrandosi. Non bisogna avere paura di prendersi qualche fischio». Tutti d’accordo. O quasi. Perché in platea siede anche l’avvocato Domenico Ciruzzi, che – se da un lato sottolinea di condividere l’esigenza di una Camera penale compatta – dall’altro però non perde occasione per ‘sottolineare’ come i principi di ‘condivisione’ e ‘partecipazione’ enunciati dall’ala dei militanti si siano tradotti, in occasione della presentazione della lista, in una ‘esclusione’ di alcuni degli iscritti. «Tutto il direttivo dell’attuale Camera penale non era stato informato di questo incontro. Anche io non ero stato informato. Facciamo sì che questo non accada più», ha osservato. Altro ‘momento’ dell’incontro che, alla sua chiusura, è stato punto di discussione nei corridoio, ha riguardato la distinzione tra «penalisti veri» e penalisti sulla quale sia Botti che l’avvocato Riccardo Polidoro (che ha fatto un passo indietro nella sua candidatura scegliendo di sostenere quella di Botti) hanno volutamente indugiato. «Oggi vedo qui penalisti che sono nelle aule, quando si va a votare vedo penalisti che non sono nelle aule», ha sottolineato Polidoro. «Parlano di condivisione e poi invece hanno fatto delle affermazioni escludenti», si è osservato a chiusura del dibattito. Adesso si attende la presentazione della lista capitanata da Ermanno Carnevale.

domenica, 28 Ottobre 2018 - 20:00
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