Gli omicidi a Miano fanno il giro del mondo Il cantante Moschetto: «Non siamo il male, ma le istituzioni continuano a snobbarci»

Il cantante Alex Moschetto
di Danio Gaeta

«Nelle vene sangue e Vele». Alex Moschetto canta la sua Napoli. La Napoli vista attraverso gli occhi di un ragazzo che è nato e fa arte a Miano: un rione difficile, famoso soprattutto per fatti di camorra. «Miano non è solo questa. Non è solo violenza e criminalità, è anche lavoro e sacrificio», spiega Alex.
All’indomani del duplice omicidio di via Janfolla, in cui hanno perso la vita Biagio Palumbo e Antonio Mele, il cantante napoletano racconta il suo quartiere e va oltre le faide e la malavita. «Parlo di Miano, Scampia e della mia gente – spiega Alex – e nei miei video cerco di rappresentare le due strade che si prendono qui da noi: una purtroppo sbagliata, che porta inevitabilmente alla violenza; e una buona, percorsa da persone che si svegliano all’alba per portare i soldi a casa». «I ragazzi del mio quartiere sono fonte di ispirazione – ha aggiunto – canto tante storie e cerco soprattutto di dare voce anche a loro e di coinvolgerli nei miei progetti. Cerco di far capire che qui da noi ci sono tante cose buone, talenti e qualità. Basta dargli spazio e scoprirli». «E’ brutto svegliarsi al mattino e sentire di un omicidio – ha spiegato – così come è brutto camminare per strada e aver paura di essere colpiti da un proiettile vagante. Ma bisogna saper vedere oltre».
Miano, Scampia, Secondigliano: tre punti disegnati sulla mappa della criminalità napoletana. Un triangolo della malavita conosciuto ormai ad ogni latitudine. «Ecco il vero problema – spiega Alex Moschetto – la notizia del duplice omicidio a Scampia o Miano fa il giro del mondo. Le altre cose che facciamo, invece, non se le fila nessuno». Come le ultime manifestazioni organizzate dal cantante, puntualmente disertate dalle istituzioni. «Abbiamo organizzato manifestazioni a cui hanno partecipato oltre 4mila persone – ha spiegato l’artista – ma né il sindaco de Magistris, né altri politici locali, invitati con grande anticipo, ci hanno degnati della loro presenza». «Ma io continuerò a raccontare questa terra, perché nelle mie vene scorre sangue e Vele», ha concluso.

giovedì, 8 Febbraio 2018 - 17:10
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