Camorra, il boss Mauro furioso con i suoi per un raid punitivo: «C’erano i bambini sopra! Non si fa il guappo così»

Bossolo

«La gente ha detto che non siamo uomini (….) E’ stata fatta una vigliacchiata, non si fa il guappo così…».
E’ settembre 2014 quando in casa del boss Ciro Mauro, a capo dell’omonimo gruppo criminale che aveva la base operativa nella zona dei Miracoli alla Sanità e che pochi giorni fa è stato spazzato via dall’inchiesta battezzata ‘Stella nera’, viene intercettato uno sfogo furioso del padrino. I suoi uomini hanno appena violato la ‘regola d’oro’ del suo codice malavitoso, un codice che lo stesso Mauro – non sapendo di essere ‘ascoltato’ – dice di avere osservato per 50 anni: «Noi dobbiamo farci aprire le porte dal quartiere… non farci odiare.. noi ci dobbiamo litigare con la gente di fuori quartiere… il guappo non si fa così», sbotta.

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Mauro è un fiume in piena, se la prende con tutti i presenti. E pure con qualche assente. Il fatto è che la sera del 10 settembre (sempre 2014) i suoi uomini combinano «un casino», uno di quelli che lede il prestigio del gruppo criminale agli occhi del quartiere. Un ragazzino minorenne, non legato a contesti criminali, aveva offeso la nuora del ras e alcuni componenti del clan avevano deciso di dargli una lezione. Bisognava picchiarlo, solo che nelle fasi concitate dell’aggressione qualcuno è sceso in strada a difendere il ragazzino e i camorristi si sono comportati da camorristi: hanno estratto le pistole ed hanno cominciato a sparare. Esplodendo numerosi colpi di pistola che si conficcano contro un palazzo. I carabinieri, allertati da una telefonata anonima, troveranno, all’altezza del civico 3 di via Santa Maria degli Angeli i carabinieri, cinque bossoli calibro 9×18 ed altrettanti fori di proiettile in corrispondenza dello stabile al civico 3.

Per Ciro Mauro ciò che è accaduto è inammissibile. Soprattutto, perché spiega, potevano restare feriti donne e bambini. «La gente ha detto che non siamo uomini (….) E’ stata fatta una vigliacchiata, non si fa il guappo così…», urla. E che a sparare siano stati proprio i componenti del suo gruppo, lo conferma la sintesi ella dinamica che Mauro offrendo mimando con un suono il rumore degli spari: «Entra pure nel palazzo… Ti Ti Ti.. hai capito c’erano i bambini sopra?».
La ‘cimice’ cattura tutta la sua rabbia: «Mannaggia la madonna. Qua sopra sempre casino.. porta sempre casino Enzuccio (Vincenzo Varriale, secondo gli inquirenti; ndr)… ci hanno schifato tutti quanti.. anche le guardie hanno detto che è una vergogna… In tanti anni di malavita, in cinquant’anni di malavita queste cose io non le ho mai fatte… ma come dentro.. sotto al balcone.. dentro a un palazzo… con i bambini in mezzo la via.. le femmine…». Mauro è furioso con Varriale e ne censura la condotta: «Enzuccio non deve salire proprio più, ne ha combinate tante da carcerato e ora me le sta combinando fuori. Non si può fare il guappo così, il guappo così non si fa. Questa è una vigliaccata solo… Perché non ha fatto niente, ha detto una parola, ha sbagliato, lo avete picchiato, apposto.. Non ti permettere più… ».

Mauro ne ha anche per la moglie di Biagio D’Alterio, il suo braccio destro e attualmente ricercato in quanto destinatario di misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta ‘Stella nera’, ‘colpevole’ di essere raggiante per la prodezza del marito che – secondo quanto emerge dall’intercettazione – avrebbe preso parte alla spedizione punitiva: «Quella era tutta felice stamattina, la moglie.. ma finiamola… questo è uno schifo.. una vergogna… le guardie lo sanno bene che Ciruzz non le fa queste cose.. i bambini non si toccano.. io litigo con i guappi non con le brave persone… Quello non si rende neanche conto della vigliaccheria che ha fatto. Ci ha messo in bocca ai lupi a tutti quanti». Ma Ciro Mauro è anche preoccupato perché l’episodio ha esposto il clan all’attenzione delle forze dell’ordine: «Andiamo a prendere venti anni di carcere tutti quanti», commenta.

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giovedì, 28 Novembre 2019 - 16:01
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