Caos a Cinque Stelle, Paragone pronto alla scissione interna: con lui ci sono dieci parlamentari dissidenti

gianluigi paragone
Gianluigi Paragone

L’indiscrezione è di quelle che fanno tremare dalle fondamenta il Movimento Cinque Stelle. Dieci parlamentari, capeggiati da Gianluigi Paragone, potrebbero salire sull’Aventino costituendo un gruppo autonomo interno alla maggioranza. Un gruppo corposo, se si utilizza il pallottoliere degli equilibri della maggioranza giallo-rossa, capace di esercitare sull’esecutivo di Conte la stessa golden share che ha Renzi da quando ha fondato Italia Viva.

Che Paragone (sul quale pende una procedura di espulsione per voto contrario al Mes) fosse in rotta con il partito di Grillo, del resto, era cosa nota. Pur avendo ribadito ogni volta di volere rimanere nel Movimento, allontanando le sirene leghiste, ha esplicitato spesso il suo dissenso sulle scelte del capo politico Luigi Di Maio, sia fuori che dentro l’aula del Senato. L’ultimo caso, il No all’approvazione del fondo salvastati. Ora però la sua non pare una battaglia isolata.

all’ex direttore de La Padania, sono pronti alla scissione interna altri pentastellati: da Emanuele Dessì a Dino Mininno fino a Luigi Di Marzio. In tutto una decina di parlamentari che potrebbero mettere in seria crisi il Governo ma soprattutto il principale bersaglio delle loro accuse, Di Maio. Dietro la loro operazione, sussurra qualcuno, ci sarebbe Alessandro Di Battista, molto vicino alla posizione critica di Paragone sull’alleanza con il Pd.

Il giornalista in queste ore si è detto tranquillo sulla procedura di espulsione: «Il Movimento non mi espellerà – ha dichiarato – perché vorrebbe dire tradire il programma. Io difendo il programma dei Cinque Stelle, per cacciarmi dovranno sudare». E continua a lavorare sulla costruzione del gruppo autonomo. Nei suoi confronti intanto fioccano i commenti si solidarietà e vicinanza di personalità di spicco del partito, come Ignazio Corrao o Nicola Pedicini, entrambi europarlamentari. Ma difende Paragone anche la pasionaria ex ministra Barbara Lezzi, della quale è nota l’avversione per Di Maio: «Mi scrivete per chiedermi cosa penso di Gianluigi Paragone e vi rispondo pubblicamente – ha scritto su Facebook –  Credo che il Movimento abbia iniziato un buon percorso per rendere pù ‘condivisa ed efficace la sua azione. Diamoci del tempo per affinare inostri nuovi strumenti e cerchiamo di pacificarci anziché’ darci addosso». +

«Possiamo legittimamente pensare che Gianluigi abbia dei modi un po’eccessivi – aggiunge – ma le istanze che porta sono assolutamente degne di ricevere risposte. Chi parla di diritti dei lavoratori, sollievo per le famiglie, schiena dritta con le multinazionali e le banche (temi lontani anni luce dalla Lega) non sta bestemmiando ma semplicemente sta promuovendo quelle azioni che sono nel dna del nostro Movimento».

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giovedì, 19 Dicembre 2019 - 12:05
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