Caso Gregoretti, il Senato dice ‘sì’ al processo a Salvini: il leader della Lega rischia la sospensione in caso di condanna

Matteo Salvini (foto Kontrolab)

E adesso Salvini non rischia solo il processo. Non rischia solo una condanna, per giunta pesantissima sul fronte dell’entità della pena. Adesso Salvini rischia anche la sospensione da ogni incarico e dunque l’impossibilità di candidarsi, con la conseguenza di depotenziare la sua Lega.

Il Senato ha concesso l’autorizzazione a procedere contro Salvini per il caso Gregoretti: i voti compatti della maggioranza di Governo hanno indicato la strada; i ‘no’ sono arrivati esclusivamente da Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre i senatori leghisti sono usciti dall’Aula al momento del voto. Gli atti dunque tornano al Tribunale dei Ministri che ha accusato Salvini, nella sua qualità di ministro dell’Interno, di sequestro di persona per avere tenuto bloccata in mare la nave della Guardia Costiera Gregoretti che aveva salvato più di 100 migranti. La decisione del Senato apre ora a più di uno scenario problematico per il leader del Carroccio: in caso di condanna, Salvini rischia fino a 15 anni di reclusione. Al di là dell’entità della pena, una condanna di primo grado farebbe però scattare la legge Severino in conseguenza della quale Salvini sarebbe sospeso da ogni incarico. In caso di condanna definitiva vi sarebbe la decadenza dalla sua carica politica. Lui per ora prova a fingere di non essere preoccupato per questa prospettiva futura: «Non sono preoccupato», dice. E specifica di non avere alcun piano B. Anzi, rivendica ciò che ha fatto spiegando che «io ho difeso l’Italia» e dicendosi «tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto». Di già: Salvini dice di essere pronto a rifare «tutto appena tornato al governo».

Ma la decisione del Senato non riguarda più solo Salvini. Da un punto di vista politica la decisione del Senato potrebbe avere effetti benefici sulla traballante maggioranza di governo: l’esecutivo giallorosso poggia infatti sulla necessità di scongiurare un immediato ritorno alle urne e impedire a Salvini di capitalizzare lo straripante consenso acquisito, nella speranza che col trascorrere dei mesi la corazzata Lega si sarebbe depotenziata. Lo scenario futuro di una eventuale condanna di primo grado di Salvini e dunque la sua ‘sospensione’ da ogni incarico potrebbe diventare nuovo cemento per tenere insieme questa maggioranza e spingerla ad arrivare al 2023, anno in cui presumibilmente si dovrebbe concludere il processo di primo grado a carico del leader della Lega.

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mercoledì, 12 Febbraio 2020 - 19:01
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