Campania prossima al ‘contagi zero’. Anche ieri il bollettino dell’Unità di Crisi della Regione ha reso il trend positivo delle ultime settimane: una curva in costante calo che lascia ben sperare sulla normalizzazione della situazione epidemica per l’estate. L’ultima ‘conta’ dei casi parla di 6 positivi registrati su 3360 tamponi (in tutto in Campania i positivi sono 4.755 su 175.466 tamponi realizzati dall’inizio dell’epidemia. Al dato positivo dei contagi bisogna però aggiungere la notizia di un decesso per Coronavirus, l’unico registrato nella giornata di ieri.
L’analisi del dato sull’emergenza sanitaria va di pari passo con la verifica delle condizioni per una ‘normalizzazione’ anche della vita sociale; come previsto, dunque, nella serata di ieri Vincenzo De Luca ha firmato l’ordinanza che si adegua al Dpcm per la riapertura di palestre e piscine (tranne quelle termali e con acqua di mare) ma fa riaprire anche i b&b, ovvero le strutture ricettive ma non alberghiere nel rispetto dei protocolli di sicurezza previsti. Viene, inoltre, demandata all’Unità di Crisi la redazione dei protocolli per la riapertura dei circoli culturali e ricreativi dal 28 maggio. Per l’attività di balneazione, infine, la riapertura è arrivata sabato scorso con un’altra ordinanza.
Una Campania che va a passo spedito verso la normalità, non però senza incognite. Soprattutto quelle che emergono dalla constatazione che nell’ultimo fine settimana i campani si sono ripresi, come è giusto, la loro ‘libertà’ ma ciò ha dato vita a scene preoccupanti di assembramenti, persone senza mascherina, comportamenti poco prudenti soprattutto tra i giovani. Gli stessi giovani cui De Luca si era rivolto nella sua ultima diretta quando, con ironia, riferendosi alla Movida e ai suoi rischi, aveva parlato di campana ‘cafoni zero’. Il governatore è tornato sull’argomento, stavolta correggendo il tiro con un post su Facebook rivolto ai ragazzi ritornati in piazza, cui chiede prudenza: «Occorre abituarsi a pensare che nulla potrà tornare puramente e semplicemente come era prima – scrive –
Conviene allora pensare a forme di socializzazione all’insegna non più di una massificazione alienante, ma di una umanizzazione delle relazioni, di un rapporto più attento con l’ambiente, di una riscoperta dei valori di solidarietà. In questi anni abbiamo visto affermarsi troppo spesso modi di incontro tra i giovani segnati da uso di superalcolici, a volte droghe, al punto da perdere la stessa possibilità di comunicare, di parlarsi, di ascoltarsi».
«C’è da augurarsi – conclude – che i problemi di questi giorni siano anche per tutti un’occasione per riscoprire modi di incontro e di divertimento più semplicemente umani.
Detto questo, di fronte alle immagini notturne di violenze e di vandalismo – che nulla hanno a che fare con gli incontri giovanili – non riemerga il volto dell’Italia del “fare finta”. Lo Stato ha l’autorità e il dovere di imporre il rispetto delle regole e di garantire le norme di sicurezza».
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lunedì, 25 Maggio 2020 - 07:59
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