Napoli, agente ucciso durante un inseguimento: la moglie entra in Polizia. Il Comune rimedia alla sua dimenticanza

Pasquale Apicella, l'agente scelto morto nel tentativo di fermare due ladri
Pasquale Apicella, l'agente scelto morto nel tentativo di fermare dei ladri

Seguire le orme professionali del marito per rendere omaggio alla memoria del marito. Giuliana Ghidotti ha cominciato a frequentare un corso riservato ai familiari delle vittime del dovere presso la Scuola allievi di Caserta. Vuole entrare in Polizia, vuole indossare la stessa divisa per la quale è morto il marito Pasquale Apicella, rimasto ucciso lo scorso aprile a Napoli mentre inseguiva una banda di rapinatori nel quartiere Arenaccia. «La speranza è quella di riuscire a portare la divisa per la quale ha creduto fino alla fine mio marito», ha spiegato Giuliana.

La notizia cade nello stesso giorno in cui il Comune di Napoli mette una pezza all’imperdonabile dimenticanza di costituirsi parte civile al processo contro i quattro rom accusati di avere preso parte al colpo che ha poi portato alla morte di Apicella. Palazzo San Giacomo ha approvato la delibera con la quale chiederà di entrare nel processo in corso dinanzi ai giudici della terza sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Lucia La Posta). Anche il ministero dell’Interno, che come il Comune non si era presentato alla prima udienza (tenutasi il 2 dicembre), ha avviato l’iter per la costituzione di parte civile. Ma non è detto che le due istanze vengano accettate: il termine ultimo per la costituzione di parte civile è l’avvio del dibattimento e in questo caso la prima udienza si è regolarmente tenuta, benché sia stata caratterizzata da questioni formali. I legali dei 4 imputati hanno chiesto lo stralcio delle accuse minori e la loro trattazione in sede di rito abbreviato: su questa richiesta si dovrà pronunciare la Corte nell’udienza fissata per il 23 dicembre.

A processo, invece, sono già regolarmente costituite la famiglia di Apicella (rappresentata dall’avvocato Gennaro Razzino), la Fondazione Polis e l’associazione Vittime del Dovere. Sul banco degli imputati figurano Fabricio Hadzovic, 40 anni, che guidava l’Audi A6 scontratasi a tutta velocità (come evidenziato dall’ingegnere Fabio Monfreda, perito della procura) contro l’auto condotta da Pasquale Apicella; Admir Hadzovic, 27 anni e il 39enne Igor Adzovic. Tutti e tre rispondono di omicidio. Imputato anche il 23enne Renato Adzovic che non risponde però dell’omicidio perché dopo il colpo si è allontanato a piedi e non ha quindi avuto alcun ruolo nello speronamento dell’auto della polizia costato la vita ad Apicella.

martedì, 15 Dicembre 2020 - 10:03
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