L’effetto (indiretto) del Palamara-gate sulle suppletive Csm: eletta Balduini (MI), è record di donne. Affluenza flop


Mai così tante donne nel Consiglio superiore della Magistratura. Il Csm ha infatti eletto Maria Tiziana Balduini, presidente di sezione del Tribunale di Roma, che era candidata con Magistratura indipendente. Con l’elezione del nuovo consigliere, la presenza femminile all’interno dell’organo della magistratura sfiora la parità con quella maschile. Una svolta ‘rosa’, un risultato mai raggiunto prima nella storia di Palazzo dei Marescialli, indiretta conseguenza del Palamara Gate, ovvero il caso dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara rimosso dalla magistratura con l’accusa di aver tentato di pilotare le nomine al vertice delle Procure. Il caso Palamara, anzi, ha avuto conseguenze su molti aspetti di questa ultima elezione, a cominciare dall’affluenza al voto: a votare sono stati 5710 su oltre 9mila elettori, ovvero 1000 in meno delle ultima consultazione dei togati. Infine, l’indagine sull’ex presidente di Anm con il suo carico di chat, intercettazioni, sospetti, ha dato una svolta anche alla mappa delle correnti che oggi compongono il Csm.

La stessa elezione suppletiva, la terza in poco più di un anno, è arrivata come conseguenza del Palamaragate, che ha portato alle dimissioni di sei magistrati del Csm. Tra loro Marco Mancinetti (Unicost), per la cui sostituzione si sono svolte le ultime suppletive per eleggere un consigliere nella quota destinata ai giudici. Mancinetti ha lasciato Palazzo dei marescialli nel settembre scorso appena gli è stata notificata un’azione disciplinare per comportamenti scorretti verso i colleghi che sarebbero emersi dalle sue chat con Palamara. I candidati in lizza erano Maria Tiziana Balduini, Marco D’Orazi, giudice a Bologna, Mario Cigna, presidente di sezione a Lecce e Luca Minniti, giudice a Firenze.

Nel corso dello spoglio delle schede si è subito delineato un testa a testa tra i candidati di Area e di Magistratura indipendente, ovvero Luca Minniti e Maria Tiziana Balduini. Cigna era candidato per Unicost e D’Orazi per Autonomia e Indipendenza. A prevalere, infine, è stata la giudice del Tribunale di Roma che ha indirettamente scritto anche una pagina di storia consentendo con la sua elezione di raggiungere un risultato mai raggiunto in 60 anni di storia del Csm, la quasi parità di uomini e donne componenti il Consiglio. Una conseguenza, forse l’unica positiva, dello scandalo che ha travolto le toghe con il Palamaragate, la pubblicazione di chat e intercettazioni dal contenuto esplosivo, il vero e proprio terremoto che ha minato le basi della magistratura italiana. Balduini ha ottenuto 2086 preferenze, il principale rivale  Minniti ha avuto 1637 voti, Mario Cigna, 1011 e Marco D’Orazi 526.

Risultato positivo in tema di ‘quote rose’ in magistratura ma anche per Magistratura Indipendente, la corrente moderata di appartenenza di Balduini, che allo stato attuale diventa il secondo gruppo all’interno del Csm con 4 consiglieri; Area, il primo gruppo, ne conta cinque. Unicost, investita dal caso Palamara, ne conta oggi solo due mentre Autonomia e indipendenza che fa riferimento a Piercamillo Davigo, ne ha tre. Indipendenti Nino Di Matteo, eletto nelle liste di Autonomia e Indipendenza, e Carmelo Celentano, eletto con Unicost.

giovedì, 15 Aprile 2021 - 09:26
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