Il gran pasticcio AstraZeneca, ora il Cts lo raccomanda solo agli over 60. ‘Pesa’ il decesso della 18enne ligure Camilla

Camilla Canepa

La morte della diciottenne ligure Camilla Canepa, deceduta dopo avere ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca durante un Open Day dedicato alle fasce ‘giovani’, riapre la questione relativa alla somministrazione dell’immunizzante anglo-svedese. Una vicenda che si sta trasformando in un grottesco rimpallo tra Governo, Regioni, Comitato tecnico scientifico, con quest’ultimo chiamato nelle prossime ore a decidere – una volta per tutte – a quali cittadini debba essere somministrato. L’opinione pubblica, in questo marasma decisionale che danneggia non poco la campagna vaccinale in corso, si interroga sui presunti effetti collaterali.

La storia di Camilla
Camilla, giovane e in salute, è morta per una trombosi al seno cavernoso e conseguente emorragia cerebrale. Il 25 maggio scorso aveva partecipato all’Open Day per gli over 18 organizzato in Liguria, domenica scorsa è arrivato il ricovero all’ospedale San Martino di Genova. Dopo l’accesso sabato 5 giugno in ospedale a Genova (il secondo), già domenica 6 giugno Camilla era stata operata dapprima per la rimozione del trombo e poi per ridurre la pressione intracranica. Nei giorni successivi la situazione della giovanissima in rianimazione era però rimasta tragicamente stabile, nella sua gravità, ed era scattato il periodo di osservazione per dichiararne la morte cerebrale. I genitori hanno autorizzato l’espianto degli organi, cinque i malati che ne beneficeranno da quanto si è appreso. Dopo la morte di Camilla la procura di Genova ha cambiato il reato con cui era stato aperto il fascicolo che è passato da “atti relativi”, a omicidio colposo a carico di ignoti. Il pubblico ministero Stefano Puppo insieme al procuratore Francesco Pinto disporranno nelle prossime ore l’autopsia che verrà affidata con ogni probabilità al medico legale Luca Tatjana e all’ematologo Franco Piovella. I due esperti hanno già eseguito gli esami sugli altri quattro casi di decessi dopo vaccini. Il primo è stato quello della docente Francesca Tuscano di 32 anni e poi di tre anziani, tra i 70 e gli 80, a cui erano stati somministrati Astrazeneca e Pfizer.

La polemica
La drammatica vicenda della studentessa ligure riapre dunque il dibattito sull’utilizzo di Astrazeneca. Un dibattito che va avanti da mesi, segnato già ad aprile dalla sospensione della somministrazione a seguito di alcuni decessi, dal sequestro di un lotto dopo una morte sospetta in Sicilia, poi dal ritorno negli hub vaccinali una volta arrivato il via libera dell’Ema che non ha stabilito nessi tra vaccinazione e decessi. Il Governo ha dunque lasciato via libera alle Regioni di deciderne l’utilizzo, anche se appariva, dalle esternazioni di diversi scienziati, che fosse comunque opportuno riservare l’immunizzante agli over 60, meno soggetti ad effetti collaterali. Una raccomandazione, non una imposizione. Diverse Regioni hanno quindi optato anche per la somministrazione agli under 60, anche ai giovanissimo come nel caso della Liguria che aveva anche aperto gli hub vaccinali ai ragazzi e alle ragazze durante un Astra Day. Giovanni Toti, governatore ligure, spiega però come questa scelta non sia stata una invenzione delle Regioni: «La possibilità di utilizzare AstraZeneca per tutti su base volontaria non è un’invenzione delle Regioni o di qualche dottor Stranamore – dice –  è suggerimento che arriva dai massimi organi tecnico-scientifici per aumentare le vaccinazioni, e quindi evitare più morti». Toti invita a «non fare sciacallaggio» sulla morte di e Camilla Canepa: «È il momento della responsabilità e della chiarezza: a medici e scienziati spetta stabilire l’eventuale nesso tra vaccino, altri farmaci assunti e tutte le circostanze che hanno portato a questo tragico evento». 

Il parere
E’ dunque arrivato forse il momento di una decisione definitiva, affidata al Cts e basata sulle indicazioni già fornite da Ministero della Salute e Agenzia italiana del farmaco Aifa. La tendenza è quella di raccomandarne l’uso solo per gli over 60, come del resto si era già ribadito in primavera. In queste ore ci sarebbe appunto una convergenza per “raccomandare” a questa categoria il vaccino anglosvedese. Una decisione che riapre anche il dibattito sulla possibilità di somministrare una dose diversa agli under 60 che hanno ricevuto la prima con Astrazeneca e sulla valutazione dei tempi del richiamo. Stando a quanto anticipa Ansa, gli esperti stanno facendo una sintesi dei loro pareri che «andrebbe verso una riorganizzazione complessiva della campagna vaccinale, quindi anche della somministrazione delle diverse tipologie di vaccino a seconda delle età, alla luce del mutato quadro epidemiologico». La decisione finale, poi, spetterebbe alla politica.

venerdì, 11 Giugno 2021 - 09:50
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