Vaccino obbligatorio per gli inseganti, sono i presidi a proporre il giro di vite per impedire un altro anno di Dad


Vaccino obbligatorio per gli insegnanti. La proposta non arriva da virologi o politici ma direttamente dall’associazione nazionale presidi. Mentre nell’esecutivo guidato dal premier Mario Draghi continua il confronto sul green pass, che oggi dovrebbe arrivare all’esito finale, dalle barricate della scuola, schiacciata da un anno e più in didattica a distanza, arriva la proposta radicale e per questo dirimente. I presidi italiani vogliono scongiurare un altro anno scolastico trascorso dietro ad uno schermo e per questo propongono che anche gli inseganti, come il personale sanitario, siano sottoposti all’obbligo di vaccinazione.

Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi, è fermo nella propria posizione: «Vedo con favore – dice –  la possibilità che, qualora non si arrivi in tempi molto rapidi, in pochi giorni, ad abbattere quel numero di non vaccinati, allora si possa prendere in considerazione una misura di obbligo». Identica la posizione dell’associazione nazionale dirigenti scolastici che chiede quanto meno l’obbligo di green pass vaccinale al personale scolastico, già allo studio del Governo.

La questione è importantissima. La scuola italiana non può permettersi di affrontare altri mesi di stallo e didattica a distanza; nello stesso tempo, c’è il nodo dei trasporti pubblici locali per i quali l’ipotesi dell’obbligo di green pass per i viaggiatori sembra oggi pura fantascienza.  

Un tema divisivo al pari di quello lanciato, da Confindustria, del certificato obbligatorio per le fabbriche. Qui a fare la voce grossa e contraria sono i sindacati, ma anche il presidente della Camera Roberto Fico e da associazioni di categoria come Coldirettiche mette in guardia sulla possibilità di avere scarsità di raccoglitori e di approvvigionamento alimentare.

Non c’è accordo dunque, come per l’obbligo vaccinale di altre categorie di lavoratori, ad iniziare dagli insegnanti e dal personale della scuola dove l’attesa degli ultimi giorni dovrebbe servire a convincere gli operatori del settore prima di prendere in considerazione una stretta ulteriore.

La Cgil interviene con il suo segretario generale, Maurizio Landini, sottolineando che Confindustria non può decidere su questioni demandate alla sola responsabilità dell’Esecutivo. «Spero che sia il caldo» commenta il leader di Corso d’Italia la proposta sul Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro. Poi spiega: «In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce». Landini aggiunge: «Certamente una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo». Per la Cisl «il ruolo delle parti sociali è favorire in maniera responsabile la vaccinazione in tutti i luoghi di lavoro e nelle aziende che si sono rese disponibili a costituire hub vaccinali aggiuntivi a quelli della sanità pubblica, come avevamo sottoscritto il 6 aprile scorso insieme alla Confindustria ed alle altre associazioni imprenditoriali per tutelare la salute collettiva e quella dei lavoratori. Porre dei vincoli di accesso ai luoghi di lavoro mediante il green pass non rientra nel perimetro del protocollo ed in ogni caso è una modalità discriminatoria di controllo che non può essere imposta con una circolare alle aziende».

giovedì, 22 Luglio 2021 - 10:04
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