Bagnoli, per l’Appello la bonifica non fu fantasma: condanne cancellate, il «fatto non sussiste». Assolti 5 imputati

Bagnoli
Una veduta di Bagnoli
di Gianmaria Roberti

«Il fatto non sussiste». Bonifica fantasma di Bagnoli, con questa formula i giudici di secondo grado ribaltano il verdetto di primo grado.

La terza sezione della Corte d’appello di Napoli – presidente Giovanni Carbone – oggi ha assolto gli imputati Sabatino Santangelo, Gianfranco Caligiuri, Alfonso De Nardo, Mario Hubler e Giuseppe Pulli. Il collegio, inoltre, ha confermato la prescrizione per Federica Caligiuri, tecnico del laboratorio di analisi (condannata al pagamento delle spese processuali).

Infine la Corte ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del ministero dell’Ambiente, per l’estinzione dei reati ascritti all’imputato, nel frattempo deceduto. In primo grado aveva riportato una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Oltre a ciò, nel febbraio 2018, la sesta sezione penale del Tribunale di Napoli (collegio B) aveva inflitto tre anni al notaio Santangelo, ex presidente della Stu BagnoliFutura ed ex vice sindaco di Napoli; 2 anni a Hubler, ex dg della società di trasformazione urbana del sito di Napoli Ovest; 4 anni all’ingegnere Gianfranco Caligiuri, ex direttore tecnico di BagnoliFutura; 3 anni e 2 anni, rispettivamente, ai tecnici De Nardo e Pulli.

Il 18 dicembre 2019 il sostituto procuratore generale Stefania Buda – che non ha preso parte alle ultime udienze – aveva chiesto la conferma delle condanne emesse in primo grado. Le contestazioni, a vario titolo, andavano dal disastro ambientale colposo alla truffa ai danni dello Stato. BagnoliFutura avrebbe dovuto bonificare e riqualificare il sito di interesse nazionale di Bagnoli. Secondo l’accusa, tuttavia, la bonifica della zona industriale – dove sorgevano gli stabilimenti Italsider ed Eternit – non venne mai realmente effettuata. Questo, nonostante lo stanziamento di 100 milioni di euro. Per gli inquirenti, invece, furono eseguiti interventi che hanno «aggravato l’inquinamento dei suoli», determinando «un pericolo ambientale con immensa capacità diffusiva che coinvolge l’integrità della salute di un numero non individuabile di persone».

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Ad istruire l’inchiesta, nata nel 2007, fu proprio il sostituto pg Buda: all’epoca era in forza alla Procura di Napoli, prima di approdare in Procura generale, a pochi mesi dal termine del dibattimento. «Tino Santangelo è stato pienamente assolto perché i fatti contestati non sussistono – commenta su Facebook l’ex sindaco ed ex governatore Antonio Bassolino-. Che bella notizia e che grande gioia! Sono stati anni di sofferenza, e penso di saperne qualcosa. Tino, che è un galantuomo ed un signore nel senso napoletano del termine, si è sempre difeso nei processi ed ha sempre espresso fiducia nella giustizia che è infine arrivata». Entro 90 giorni le motivazioni della sentenza d’appello.

lunedì, 4 Aprile 2022 - 21:32
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