Palermo, caos seggi e presidenti in fuga: esposto in procura del Codacons. Ira Lega e Fdi: «Pagina vergognosa»

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La Cattedrale di Palermo

Nel giorno che anticipa il voto, a Palermo, succede di tutto. Tanto che la procura della Repubblica è costretta a scendere in campo. Mentre si ingrossa il coro di quelli che già gridano all’invalidità delle elezioni, coro che potrebbe assumere proporzioni ancora più vaste quando le urne decreteranno vincitori e sconfitti delle amministrative 2022 in città.

Alla vigilia del voto c’è stata la fuga dei presidenti di seggio, un’emorragia ingiustificata e ingiustificabile che ha messo a rischio le procedure elettorali. L’ufficio elettorale si è trovato così catapultato in una situazione di emergenza ma con un lavoro serrato è riuscito a sostituire tutti i presidenti che hanno dato forfait garantendo l’operatività di tutti i seggi (600 sezioni).

Unico disguido: le operazioni di voto, valide sia per le Comunali (sono sei i candidati a sindaco) che per il referendum, sono iniziate più tardi che nel resto d’Italia. Il ritardo ha spinto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci a chiedere al ministro dell’Interno «di valutare l’opportunità di autorizzare il prolungamento dell’apertura dei seggi elettorali, nella sola città di Palermo, fino alle ore 14 di domani, lunedì 13 giugno. Una misura straordinaria a seguito dell’altrettanto straordinaria situazione che si è venuta a creare in città».

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Il Codacons, invece, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica: «Siamo in presenza di possibili reati gravissimi a danno del diritto di voto costituzionalmente riconosciuto ai cittadini italiani – afferma il Codacons – Per tale motivo depositeremo domani un esposto alla Procura di Palermo affinché accerti quanto accaduto e le relative responsabilità, e verifichi le violazioni commesse a danno degli elettori palermitani». «Chiediamo al Governo di attivarsi affinché il diritto di voto sia correttamente riconosciuto in egual misura a tutti i cittadini, anche prorogando di un giorno la durata delle elezioni a Palermo e, qualora dovessero emergere lesioni ai diritti costituzionali dei cittadini, siamo pronti a chiedere in tribunale il blocco e la ripetizione dell’intera tornata elettorale a Palermo», conclude il Codacons.

Minaccia un esposto in procura anche Fratelli d’Italia: «E’ vergognoso che il comune di Palermo non abbia garantito lo svolgimento delle operazioni di voto. Intervenga il Viminale, la situazione e’ gravissima, ai limiti della sovversione, a 4 ore dall’avvio delle operazioni di voto ancora decine di sezioni chiuse», ha dichiarato il parlamentare Carolina Varchi. L’onorevole addirittura allude a uno studiato ‘sabotaggio’: «Guarda caso, quando tutti i sondaggi davano il professore Lagalla vincente al primo turno, l’amministrazione uscente di sinistra, non e’ riuscita a garantire il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Per dieci giorni il comune di Palermo non è stato in grado di gestire un attacco hacker che ha rallentato le operazioni prodromiche all’appuntamento elettorale. Ho personalmente sollecitato il Viminale per il tramite del Prefetto ad intervenire».

Intanto c’è già chi adombra lo spettro dell’invalidità delle elezioni. Ma il professor Guido Corso, uno dei più noti amministrativisti, esclude che la fuga dei presidenti di seggio possa essere causa di una ripetizione del voto. La massiccia rinuncia di molti presidenti ha ritardato la costituzione dei seggi che sono diventati operativi solo quando è stato possibile sostituire i presidenti assenti. «C’è stata quindi – dice Corso – una riduzione della durata delle operazioni elettorali. Ma questo non giustifica la richiesta di annullamento del voto. Anche in virtù del principio del ‘favor voti’, la ritardata operatività dei seggi non ha comportato alcuna invalidità. Non può neppure essere richiesto un prolungamento dell’apertura dei seggi. Ci vorrebbe una legge apposita».

L’episodio è stato ovviamente stigmatizzato dai politici. Per il deputato della Lega Antonino Germanà «è stata scritta una pagina vergognosa della nostra democrazia». Il parlamentare invoca finanche le dimissioni del ministro dell’Interno: «Seggi non aperti per rinunce di presidenti, mancanza di scrutinatori: se ne parlava già nei giorni scorsi. Eppure, non e’ stato fatto nulla. Questa disorganizzazione totale aggravata dal fatto che si vota in una sola giornata, cosa che avevo già denunciato lo scorso 9 aprile, genera contraccolpi sulle elezioni del sindaco, sui referendum sulla giustizia, sui cittadini di Palermo, su quelli di Messina chiamati a esprimersi anche sul distacco di Montemare. Una vergogna assoluta. Lamorgese non ha comunque alibi: faccia un passo indietro».

Sul caos elettorale a Palermo, in mattinata, è intervenuto anche il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo Antonello Armetta che, in un post su Facebook, ha chiesto lo stop delle lezioni: «Ciò che sta accadendo a Palermo è di una gravità estrema, tale da falsare queste elezioni. Se ad un solo cittadino è stato precluso il diritto di votare le elezioni sono annullabili. Ma non è accettabile l’attacco politico, perché la competenza alla gestione dei Presidenti di seggio NON è dei Comuni. Intervenga immediatamente il Ministro dell’interno, queste elezioni vanno fermate qui».

A Palermo si vota anche per il rinnovo del Consiglio comunale. A sfidarsi sono sei candidati: Roberto Lagalla per il centrodestra, Franco Miceli per il centrosinistra, Fabrizio Ferrandelli +Europa e Azione, l’eurodeputata Francesca Donato in contrapposizione a centrodestra e centrosinistra, la civica Rita Barbera e l’autonomista Cito Lomonte.

domenica, 12 Giugno 2022 - 17:33
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