E la Fondazione Einaudi scarica Calenda. Il presidente: «Nel nostro accordo liberale c’era di essere una forza terza»

Carlo Calenda e Giuseppe Benedetto (foto tratta dalla fanpage della Fondazione Einaudi)

A Carlo Calenda c’è chi ha già presentato il conto. O meglio, il benservito. Il presidente della Fondazione Luigi Einaudi ritira qualsiasi sostegno al leader di Azione e cancella pure la conferenza stampa in programma per domani dal titolo ‘I liberali ci sono’.

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La decisione di correre insieme al Partito democratico non è piaciuta alla cerchia di liberali che immaginavano un percorso diverso ed erano pronti a fare campagna elettorale. «Comprendo bene la scelta che hai compiuto, ma non ne condivido lo spirito», scrive l’avvocato Giuseppe Benedetto in una lettera aperta a Calenda.

Il presidente della Fondazione ricorda che tra le condizioni poste alla base del dialogo tra lui e Calenda vi era «la collocazione di questo centro liberal-democratico come necessariamente terzo rispetto ai due schieramenti, vecchi e superati, del sistema politico italiano».

«Nessuna alleanza pre-elettorale sarebbe a mio avviso auspicabile nel momento in cui ciascuno dovrebbe far prevalere la propria identità, come nessuna preclusione ci sarebbe a costruire le alleanze opportune e necessarie, tra forze diverse, per una eventuale maggioranza di governo nel dopo elezioni», si legge nella missiva. E invece Calenda ha deciso di spezzare questo patto per stringere la mano a Enrico Letta. E così la Fondazione Einaudi s’è sfilata. 

mercoledì, 3 Agosto 2022 - 16:38
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