Lo spumante torna in frigo, ma l’attesa del piacere è essa stessa piacere | L’intervento

di Vittorio Guadalupi, avvocato

«Lo sapete come si fa a rimettere il tappo di sughero ad una bottiglia di champagne appena aperta? Chiedetelo ad un Italiano».
Questa fu l’ apertura di un articolo su di un noto giornale francese all’indomani della dolorosissima sconfitta della nostra nazionale nella finale dell’europeo del 2000.


Chi ha la mia età se la ricorda bene, ed oggi abbiamo un po’ fatto la stessa cosa. Con una – enorme – differenza: allora perdemmo senza appello. Qui abbiamo solo mancato il primo di una lunga serie di match ball.
Più che addentrarmi in elucubrazioni tecniche, penso di poter semplicemente dire che non era destino. Che non doveva essere oggi.
Quando hai l’80% del possesso, quando i tuoi avversari non riescono a superare il centrocampo, quando la stai vincendo in scioltezza ed hai già tirato fuori dalla ghiacciaia lo Spumante, o vinci, oppure ti capita che l’attaccante degli avversari si trovi ad essere marcato, chissà perché, non dal terzino ma da Osimhen, che terzino non è, e quindi fa la figura dell’Ignazio di turno. Uno a uno e palla al centro.


La partita di oggi è un po’ la metafora di quello che è capitato a me: ti chiama il giornale e ti chiede se potrai commentare la partita dello scudetto. Che cu… che fortuna, potrò scrivere fiumi di ricordi, di emozioni. Potrò raccontare del tripudio, della festa… e invece…«buonasera avvocato…stiamo un po’ sotto choc, ma dobbiamo riprenderci. Aspettiamo il suo commento». Eh, è una parola! Vabbè, mettiamola così, in fondo si tratta solo di attendere, quattro giorni: che vuoi che siano.. 96 ore, 5.760 minuti…
Diceva il poeta «l’ attesa del piacere è essa stessa piacere».
Attendiamo. Piacevolmente. E poi sarà un trionfo.

domenica, 30 Aprile 2023 - 19:10
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