Quel like sulla foto ‘denuncia’ di Floriana fa a pugni con la realtà. Il 25 novembre del 2019, giorno in cui ricorre la giornata della lotta alla violenza contro le donne, Floriana Floris pubblicava una sua foto con sovrimpresso il chiaro “stop alla violenza sulle donne”. Tra i like arrivati anche quello del compagno, Paolo Riccone. Un ‘mi piace’ che contrasto con quanto accaduto nella casa di Floriana e Paolo.
Cinquant’anni, Paolo Riccone ha ammazzato Floriana Floris a coltellate. Poi è rimasto chiuso in casa con il cadavere un paio di giorni e quindi ha deciso di togliersi la vita. Sarebbe morto pure lui se la figlia di Floriana (che abita a Milano), insospettita dal silenzio prolungato della madre, non avesse dato l’allarme, consentendo ai carabinieri e ai vigili del fuoco di sfondare la porta ed entrare in casa. Riccone è stato soccorso agonizzante e portato in ospedale. Per Floriana, invece, non c’è stato alcunché da fare.
L’ennesima storia di femminicidio si è consumata nel centro di Incisa Scapaccino, paese di duemila abitanti incastonato nella bassa valle Belbo, nell’Astigiano. Riccone, nato nell’Astigiano, lavorava come ricercatore socioeconomico; era stato sposato e la moglie, anni fa, era deceduta per una malattia. Pare che fosse rientrato a Incisa Scapaccino alcune settimane fa per prendersi cura del padre gravemente malato (poi morto). In passato è stato anche consulente del ministero del Lavoro a Roma.
Floriana Floris, 49 anni, originaria di Milano, madre di due figli avuti da una precedente relazione. «Siamo sgomenti e senza parole», commenta il sindaco di Incisa, Matteo Massimelli. «La coppia – spiega – frequentava poco il paese e in questi anni non aveva mai dato alcun problema. Io li conoscevo di vista. Il nostro è un paese tranquillo. L’intera comunità è sconvolta e si unisce al dolore di questa tragedia e di chi, oggi, ha perso un caro».
venerdì, 9 Giugno 2023 - 22:57
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