Kata ancora scomparsa, la pista del racket delle case abusive e della vendetta per uno stupro: maxi blitz nell’ex hotel

kataleya ok

Kataleya non si trova ancora. E i giorni di scomparsa sono ormai saliti a 5. Tanti, tantissimi quando a sparire è un bambino. Kata Alvarez, bimba peruviana di 5 anni, è sparita sabato 10 giugno, tra le 15 e le 15.15 mentre giocava negli spazi dell’ex hotel Astor a Firenze, struttura dove oggi vivono accampati diversi stranieri (sudamericani e rumeni), tra i quali appunto Kata con la mamma e il fratellino di 8 anni.

Nelle ultime ore i carabinieri hanno ascoltato a lungo sia lo zio che il fratellino di Kataleya per provare a ricostruire le abitudini, anche di gioco, della bambina. Lo scopo è provare a ricostruire i possibili movimenti della piccola e magari imbattersi, in questo modo, in tracce del suo rapimento. Perché è il rapimento la pista battuta: gli inquirenti temono che Kata sia stata rapinata a scopo di estorsione, magari chi ha agito – è il sospetto – vuole ottenere qualcosa o vendicarsi.

E qui prendono le forma gli scenari più cupi: si batte la pista del racket delle stanze occupate, ma si segue anche la vendetta per uno stupro subito mesi da una 15enne che pure vive in quella struttura. Sulle case occupate c’è chi ipotizza – come riportato da Il Messaggero – che la famiglia di Kata fosse indietro coi pagamenti e chi invece sostiene che a gestire il business sia proprio il fratello della mamma di Kata, indicato come braccio destro del ras dell’occupazione. Circostanze sulle quali i carabinieri stanno scavando. Pure sullo stupro c’è una situazione confusa: pare che mesi fa una ragazzina di 15 anni sia stata abusata ma non si capisce in che misura possa entrarci la famiglia di Kata, ad ogni modo c’è chi – informazione sempre riportata da ‘Il Messaggero – sospetta che i due fatti siano collegati e che Kata possa essere stata rapita per vendetta.

Ieri, intanto, vi è stata una perquisizione con oltre 30 carabinieri del condominio confinante con l’ex hotel Astor: una fila di auto piene di carabinieri a metà pomeriggio è arrivata e sono partite le verifiche nel palazzo adiacente l’occupazione e nello stesso ex hotel. Un’ispezione vasta, che però non avrebbe dato riscontri secondo quanto ha sottolineato l’Arma in serata. Già la mattina i magistrati Christine von Borries e Giuseppe Ledda erano stati nell’ex albergo per un sopralluogo di un’ora e mezza e quindi erano tornati in procura per l’interrogatorio protetto del fratellino con cui sono state ricostruite le attività, i giochi, le abitudini dei tanti bambini dentro l’Astor. Una è il ‘passaggio segreto’ tra l’ex albergo e il cortile del condominio vicino, un gioco attraverso il confine delle due proprietà, tramite un cancellino verde. Secondo i genitori i bambini non ci andavano, anche per la presenza – sono i racconti – di un occupante di cui i piccini hanno paura. Ma Kata è sparita ormai da giorni e non si lascia nulla al caso: I carabinieri setacciano appartamenti, garage, scantinati. I vigili del fuoco sfondano una porta, aprono e perlustrano i pozzi neri, alzano le saracinesche dei box verificano ogni angolo. Viene anche ispezionato il tetto. Tutto per cercare Kata. Tra le due proprietà è stato un andirivieni, anche col fratellino, per percorrere un tragitto possibile, un itinerario che forse potrebbe essere stato usato da ipotetici rapitori per portare via Kata senza uscire dal cancello principale che dà sulla strada.
La madre di Kata, intanto, è ancora ricoverato in ospedale. L’altro giorno ha tentato il suicidio ingerendo candeggina.

mercoledì, 14 Giugno 2023 - 11:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA