Roma, Lamborghini contro Smart: raffica di perquisizioni a caccia di video, la concessionaria d’auto si difende


Filmati, fotografie. Nelle case degli youtuber che viaggiavano sulla Lamborghini che, a Casal Palocco, ha travolto una Smart uccidendo il piccolo Manuel, gli investigatori hanno sequestrato tutto ciò che hanno trovato. Tutti i supporti che possono contenere tracce video o fotografiche dei minuti che hanno preceduto il terribile schianto. C’è da stabilire con certezza se i ragazzi abbiano agito per una ‘sfida’; va chiarita quale è stata la condotta e il grado di consapevolezza degli occupanti della Lamborghini mentre il conducente, il 20enne Matteo Di Pietro, schizzava a oltre 100 chilometri orari per le strade cittadine senza così avere neppure il tempo di frenare quando si è trovato davanti la Smart con dentro mamma e due bambini piccoli.

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Tutti aspetti che non sono secondari nell’inchiesta aperta della magistratura di Roma. Per adesso il solo indagato è Di Pietro, chiamato a rispondere di omicidio stradale e lesioni, ma la posizione degli altri (Vito Loiacono, Alessio Ciaffaroni, Simone Dutto) potrebbe aggravarsi proprio dalle risposte che gli investigatori troveranno nel materiale acquisito presso le abitazioni di tutti i giovani coinvolti in questa storia. L’unica ad essere stata esclusa dalle verifiche è Gaia N., la ventenne salita sulla Lamborghini a 500 metri da dove poi è avvenuto l’impatto: pare che non sapesse nulla di quella folle ‘challange’. «Ha preso solo un passaggio per tornare a casa a studiare», ha detto il padre il giorno dopo l’incidente mortale.

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Perquisizioni sono state eseguite anche nella sede della società TheBorderline, di cui Di Matteo era a capo del Cda e che aveva un fatturato annuo di circa 190 mila euro. A seguito dell’incidente la presenza dei video sul canale di TheBorderline si è ridimensionata e non è chiaro se per via dell’intervento degli stessi youtuber che potrebbero aver deciso di dare una ripulita per evitare altri problemi: i video pubblicati sul canale risultano appena 51 quando prima dell’incidente erano quasi il doppio.

Gli investigatori si stanno muovendo in fretta. La tensione è forte attorno a questa storia, l’indignazione è tantissima. E sui social si sta trasformando in una valanga di insulti che sta travolgendo chi, più o meno, è toccato da questa tragedia.

La concessionaria d’auto che ha affittato la Lamborghini ha provato a prendere le distanze dall’accaduto proprio a seguito delle ‘accuse’ sul perché sia stato concesso il noleggio di un bolide a dei 20enni. «Il nostro codice della strada (nello specifico l’art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione», ha scritto su Fb Gabriele Morabito, il titolare dell’autonoleggio Skylimit rent dove è stato preso a nolo il suv Lamborghini. «Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle autorità. Ma non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatori spetta ai genitori. Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema – prosegue Morabito su Fb – passa in secondo piano, ma continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile». «Colgo infine l’occasione per ringraziare chi, invece, ci sta dimostrando la propria vicinanza, non per partito preso, ma perché prima di giudicare o condannare, si è informata», conclude il post.

domenica, 18 Giugno 2023 - 16:06
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