Qatargate, Cozzolino sotto torchio per 4 ore: è in stato di fermo a Bruxelles. Kaili fa causa al Parlamento Ue: violata immunità


Da Napoli a Bruxelles per sostenere l’interrogatorio tanto atteso nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Qatargate’. Questa mattina l’europarlamentare Andrea Cozzolino del Pd è volato in Belgio da libero ma, all’esito del lungo interrogatorio, s’è ritrovato in stato di fermo.

Già. Il colpo di scena si è verificato in serata ed è stato comunicato dalla procura federale belga. Cozzolino è stato interrogatorio per 4 ore dal giudice istruttore Michel Claise, alla guida delle indagini. «Il giudice dovrà ora verificare la testimonianza offerta da Cozzolino e domani deciderà se convalidare il fermo o disporre il suo rilascio sotto condizioni o con il regime di braccialetto elettronico», spiega il portavoce.

Gli avvocati di Cozzolino hanno spiegato che «Cozzolino ha risposto a tutte le domande poste dal giudice Claise, contestando gli addebiti e ricostruendo nel dettaglio la sua attività parlamentare sui dossier del Marocco e del Qatar. Resterà a disposizione delle autorità belga per il prosieguo delle attività investigative, che continueranno già domani, come prevede il codice di istruzione belga, con un nuovo interrogatorio davanti alla Polizia giudiziaria».

L’inchiesta Qatargate, intanto, si arricchisce di un’altra pagina. L’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, coinvolta nell’inchiesta, ha fatto causa allo stesso Parlamento «per violazione della sua immunità parlamentare, essendo stata monitorata dai servizi segreti durante il periodo in cui ha partecipato alla commissione Pega, che stava indagando istituzionalmente sull’esistenza di software illegali che monitoravano le attività degli eurodeputati e dei cittadini Ue». Arrestata il 9 dicembre scorso, Kaili è stata rilasciata il 25 maggio con condizioni dopo una detenzione preventiva di oltre cinque mesi.

Il team legale dell’eurodeputata, precisano i difensori Michalis Dimitrakopoulos e Sven Mary, ha deciso di procedere con un ricorso interno alla commissione Legale del Parlamento europeo affinché si apra un procedimento per chiarire se e in quali termini la sua immunità sia stata violata durante l’indagine sul Qatargate. La pubblicazione delle notizie sul monitoraggio da parte dei servizi segreti dell’attività degli eurodeputati ha suscitato “notevole interesse”, evidenziano i legali, aggiungendo che “la triste realtà” sembra essere “che a Bruxelles, capitale d’Europa, si siano installati i conflitti geopolitici del Golfo Persico, del Nord Africa, della Penisola Arabica, di cui oggi è vittima la signora Eva Kaili, domani i giudici e i pubblici ministeri, dopodomani chi?”.

lunedì, 19 Giugno 2023 - 20:03
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