Napoli, accusato di addomesticare verifiche fiscali: assolto in Appello il colonnello della Finanza Mendella

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La sentenza di condanna a 4 anni disposta in primo grado è stata ribaltata. Il colonnello della Guardia di finanza Fabio Massimo Mendella, travolto anni fa da un’inchiesta della procura di Napoli, è stato assolto.

Nella giornata di ieri, martedì 11 luglio, i giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Napoli hanno assolto l’ufficio dall’accusa di corruzione, cancellando così, con un tratto di penna, la condanna a 4 anni disposta nel giugno del 2018. In primo grado a sentenziare la colpevolezza di Mendella furono i giudici del Tribunale di Napoli che accolsero parte delle richieste avanzate dai pm Vincenzo Piscitelli e Claudio Onorati. I magistrati avevano chiesto la condanna di Mendella a 7 anni sia per corruzione che per associazione per delinquere. Rispetto a questa contestazione, però, i giudici disposero l’assoluzione.

Secondo l’accusa Mendella, responsabile – all’epoca dei fatti contestati – del settore verifiche del comando provincia della Finanza di Napoli, chiuse un occhio durante le verifiche fiscali nei confronti degli imprenditori Francesco e Giovanni Pizzicato ottenendo in cambio denaro e benefit. A chiamare in causa Mendella fu proprio l’imprenditore Giovanni Pizzacato, che oggi è al centro di una diversa indagine della procura europea. La difesa del colonnello ha, invece, nuovamente evidenziato come Mendella aveva svolto verifiche fiscali e redatto ben 14 informative di reato nei confronti di quel gruppo imprenditoriale.

Rimasto sospeso dal servizio per oltre 9 anni, Mendella ha rinunciato alla prescrizione, già maturata oltre due anni fa, per vedere riconosciuta la sua innocenza. Grande soddisfazione viene espressa dall’avvocato Domenico Ciruzzi che insieme all’avvocato Alfonso Furgiuele ha assistito l’ufficiale. «E’ una soddisfazione enorme perché, sia pur dopo anni, è stata restituita la dignità e l’onore ad un uomo che ha servito lo Stato con rigore ed onestà. Non ho mai dubitato, neppure nei momenti bui, che non sono stati pochi – ha aggiunto Ciruzzi – della totale innocenza del mio assistito poiché le prove erano chiare così come evidente era l’inattendibilità e la scarsa verosimiglianza della dichiarazione accusatoria resa dal presunto corruttore».

mercoledì, 12 Luglio 2023 - 14:58
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