Uccisa in casa, l’ex marito chiese a una sua ex l’aiuto per eliminare la moglie: voleva pagare 10mila euro

intercettazioni

I primi sospetti sono maturati visitando le telecamere che inquadravano l’esterno dell’abitazione di Margherita Ceschin, la 72enne ammazzata in casa a Conegliano (in provincia di Treviso) lo scorso 24 giugno. Due persone sono rimaste appostate per diverso tempo e sono entrante nell’appartamento solo quando la donna – che era uscita – ha fatto rientro. Una circostanza configgente con l’ipotesi iniziale su un furto finito male: se i malviventi entrati in azione avevano come scopo di razziare oggetti di valore perché non agire quando la casa era vuota e attendere volutamente la presenza in casa di una persona che avrebbe potuto ostacolarli? E perché, poi, portare via solo il portafoglio e lasciare oggetti di valore? Sono state le intercettazioni ambientali e telefoniche a dare le risposte a questi interrogativi, disegnando lo scenario dell’omicidio su commissione.

In una conferenza stampa tenutasi ieri, 25 luglio, il procuratore di Treviso Marco Martini ha fatto il punto sull’omicidio di Margherita Ceschin e sull’arresto – avvenuto pochi giorni fa – di quattro persone, tra le quali l’ex marito della donna, Enzo Lorenzon, che avrebbe commissionato il delitto. L’uomo, che aveva divorziato da Margherita, si sarebbe determinato ad eliminare la donna per poter vivere, senza sacrifici economici, la relazione con una donna dominicana più giovane: pare, infatti, che le condizioni del divorzio fossero particolarmente onerose per il 79enne di Ponte di Piave. Alla base dei conflitti tra i due vi sarebbe stata la pesantezza dell’assegno di mantenimento riconosciuto alla donna, 10 mila euro al mese, oltre ad azioni giudiziarie che avevano portato al pignoramento di alcuni beni dell’uomo e a controlli della Guardia di Finanza nell’azienda vitivinicola di cui è titolare.

Per assoldare i killer Lorenzon si sarebbe servito delle conoscenze della sua attuale compagna, una dominicana di 32 anni, Dilesy Luciano Guzman, che avrebbe contattato un cugino, Sergio Luciano, e un conoscente, Juan Maria Guzman, tutti arrestati sabato scorso. Nella partita sarebbero poi entrati altri due soggetti, giunti in Italia dalla Spagna e usciti dal Paese attraverso la frontiera di Ventimiglia (Imperia) il giorno dopo il delitto: queste altre due persone sono attualmente ricercate. In alcune intercettazioni telefoniche Lorenzon era preoccupato del fatto che avrebbero usato una sua auto per l’espatrio. La decisione di procedere ai fermi da parte della magistratura è stata determinata da più segnali, in base ai quali gli indagati sarebbero stati sul punto di lasciare l’Italia. Margherita Ceschin aveva già denunciato Lorenzon sei anni fa, per ingiurie e minacce, ma le segnalazioni non avevano portato all’emissione di misure di protezione a suo favore.

Dalle indagini è anche emerso che Lorenzon maturava già da anni di eliminare l’ex moglie. Nel 2017, anno dell’esplosione della conflittualità per via del divorzio, Lorenzon frequentava un’altra donna e pare che questa donna, italiana, si sarebbe sentita richiedere da lui se vi fosse la possibilità di individuare, nel Meridione, soggetti disponibili a «dare una lezione, eventualmente anche ad uccidere» l’ex consorte. A riferire la circostanza agli inquirenti è stata la donna in questione. Gli inquirenti hanno definito «fondamentale anche la deposizione spontanea ai carabinieri» di questa signora: nello specifico Lorenzon le chiese più volte se conoscesse qualcuno da pagare 10 mila euro per «dare una lezione o fare fuori la ex moglie».
Le indagini hanno poi evidenziato che «l’omicidio è stato preceduto da 5 sopralluoghi – ha spiegato il procuratore Martani – dopo quello del 14 anche il 17, il 21 e due sono avvenuti il 22».

mercoledì, 26 Luglio 2023 - 12:37
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