Campi Flegrei, la Regione annuncia monitoraggio edifici dopo il Dl. Ma alla Camera è scontro con la commissione

Italo Giulivo, funzionario della Regione Campania

Alla Commissione Ambiente della Camera c’è una seduta su bradisismo e rischio sismico nei Campi Flegrei. In videoconferenza però si presenta solo Italo Giulivo, direttore generale della protezione civile della Regione Campania. Nessuno delle giunta, ed esplode l’ira del presidente Mauro Rotelli di Fratelli d’Italia. Nel ringraziare il tecnico, Rotelli non gli nasconde «una certa sorpresa e anche un po’ di amarezza da parte della presidenza e dei commissari nel non aver avuto l’opportunità di poter avere, oltre a lei, una rappresentanza politica». Questo perché Giulivo, per sua esplicita ammissione, non può rispondere ad alcune domande, poste dal deputato Antonio Caso (M5S). «Lei non ha la possibilità di rispondere – sottolinea Rotelli – perché non c’è la parte politica».

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Tra i quesiti inevasi, quello sul varo di una legge regionale per vietare nuove costruzioni nei Campi Flegrei. Una normativa assente, a differenza di quanto previsto per l’area vesuviana, per la quale fu approvato un testo nel 2003. « È una risposta che da tecnico non posso dare, perché investe l’aspetto politico» ammette Giulivo. Per il resto, il direttore generale della protezione civile regionale ha fornito diverse precisazioni.

«Il decreto legge in via di pubblicazione prevede azioni di approfondimento – spiega – sulla vulnerabilità dell’edificato pubblico e privato e una migliore conoscenza della microzonazione sismica dei comuni interessati. In base a questi studi saranno individuati gli edifici che, per vetustà o per altre criticità strutturali, dovranno eventualmente essere sgomberati nel caso di ulteriori sciami sismici. Acconto a questo, sarà realizzato un piano di ricognizione della rete infrastrutturale, che la Regione ha già avviato attraverso incontri con gli stakeholder territoriali, in attesa della pubblicazione del decreto legge».

Giulivo rassicura, ancora una volta, sul «costante monitoraggio» della zona rossa, «grazie anche ad un finanziamento di 4 milioni che la Regione Campania ha assicurato all’Osservatorio vesuviano proprio per ampliare il proprio sistema di controllo». Giulivo sottolinea inoltre che «la Regione Campania, con la delibera approvata lo scorso aprile, ha aggiornato il piano di evacuazione tenendo conto delle esercitazioni ‘Exe Flegrei’ del 2019». E poi «va tenuto conto che, per le circa 500mila persone che andrebbero evacuate in caso di ripresa delle attività eruttive, si agirebbe sia in modalità autonoma per chi ha una seconda casa lontana dalla zona rossa, sia in modalità assistita». Cioè «le persone si raccoglierebbero nelle aree di attesa, dove troverebbero i mezzi del sistema di mobilità che li accompagnerebbero presso le aree di incontro, già poste lontane dalla zona di pericolo, e di qui verso le aree di accoglienza, presso i comuni delle regioni con le quali sono stati siglati appositi gemellaggi».

A chi gli ha chiesto perché prevedere gemellaggi con altre regioni e non lasciare gli eventuali evacuati in Campania, il tecnico risponde che «il sistema non può dirci quando avverrà il ritorno delle popolazioni nelle aree interessate dall’eruzione, e uno spostamento tanto massiccio in Campania comporterebbe per aree con popolazioni ridotte una difficoltà nel poter garantire i servizi essenziali (scuole, ospedali, servizi al cittadino) per un tempo comunque lungo». Oltre a questo, «in Campania saranno dislocati i residenti della zona gialla, quella interessata dall’accumulo di ceneri, a seconda della direzione dei venti. Anche queste persone dovranno andare via, perché è stato stabilito che un accumulo di oltre 50 centimetri di ceneri su tetti può provare il collassamento delle strutture più fragili».

mercoledì, 11 Ottobre 2023 - 14:44
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