Gratteri saluta Catanzaro e vola a Napoli: «Ho mangiato pane e veleno, ma abbiamo reso più vivibile la Calabria»


«In questi anni ho sempre avuto spalle larghe e nervi d’acciaio. E continuerò ad averli». Nicola Gratteri saluta così l’ufficio giudiziario di Catanzaro che ha diretto per 7 anni e si appresta a raggiungere Napoli dove si insedierà venerdì 20 ottobre. «Chi mi conosce bene – ha detto Gratteri – sa che io ho sempre lavorato col Codice in mano senza guardare in faccia nessuno e ho sempre capito cosa bisognava fare o meno. Non ho mai avuto problemi nel corso della mia permanenza alla guida della Procura di Catanzaro. Non ho mai fatto falli di reazione malgrado sia stato provocato tantissime volte in tutti i modi, anche in modo rozzo e scomposto, con lo scopo di farmi perdere la pazienza. Ma non l’ho mai persa. Anzi, molte volte ho sorriso e ho pensato ‘poveretti’».

Non sono stati anni facili per Gratteri. «Conosco bene i poteri forti, conosco bene la massoneria deviata, so che cosa sono gli sgambetti. Io per tanti anni ho mangiato pane e veleno. So perfettamente dove cercano, hanno cercato e cercheranno di colpirmi», ha aggiunto. E, allora, un pensiero va al suo successore, non ancora designato, e ai magistrati coi quali ha lavorato: «Al mio successore auguro che abbia la forza, nervi d’acciaio e spalle larghe perché gestire la Procura di Catanzaro non é facile. Mi auguro che la possa migliorare»; «Ormai anche i giovani magistrati, quelli arrivati 5-7 anni fa, hanno acquisito una buona esperienza. E vedo che questi colleghi sono cresciuti, stanno crescendo e quindi ci sarà sicuramente una continuità».

Gratteri quindi ha rivendicato che «in questi anni abbiamo lavorato tanto e ottenuto buoni risultati e abbiamo liberato, anche fisicamente, gli spazi». «Abbiamo sempre invitato la gente, anche attraverso voi stampa che ci siete stati vicini e che avete creduto in noi e nel nostro sogno di creare una grande Procura. Noi abbiamo semplicemente lavorato, forse i cittadini potevano fare qualcosa in più, certe volte sono scesi in piazza, potevano farlo ancora di più, dovevano avere più coraggio. Forse – ha rimarcato il procuratore – noi non siamo stati credibili fino in fondo. Però penso che la cosa più importante che abbiamo fatto è stata quella di dare più fiducia alla gente, me ne vado dalla Calabria lasciando l’idea che si può cambiare, che non siamo più l’Africa del nord». Un unico rammarico: «Se avessi avuto più magistrati e più forze dell’ordine avrei fatto di più, tante idee investigative non le ho potute realizzare».

Infine, una presa d’atto: «C’è stato un lavoro di squadra. Abbiamo reso più vivibile il territorio, potevamo fare di più se avessimo avuto più uomini e più mezzi».

mercoledì, 18 Ottobre 2023 - 18:34
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