Condanna per corruzione: in cella ex giudice Saguto, marito e altri due. Ma l’arresto è a sorpresa


Con la condanna definitiva emessa dalla Cassazione, per l’ex giudice Silvana Saguto è arrivato l’arresto dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo. La donna si trovava nella clinica “La Margherita”, dove era ricoverata per problemi di salute. Con lei nella struttura sanitaria, al momento dell’arresto, c’era uno dei due figli. Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, è stata condotta in caserma per le procedure di identificazione, poi nel carcere Pagliarelli di Palermo, dove già era stato trasferito il marito Lorenzo Caramma. In carcere anche l’avvocato Cappellano Seminara, consegnatosi nel carcere milanese di Bollate, e il ricercatore universitario Carmelo Provenzano.

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La Procura generale di Caltanissetta ha dato esecuzione alla sentenza di condanna dell’ex magistrato per corruzione e induzione indebita. Una decisione che ha sorpreso gli imputati alla luce del fatto che la sentenza, pur diventando definitiva per le ipotesi più gravi, era stata annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione per rideterminare la pena.

Secondo i giudici di Caltanissetta, però, il fatto che alcune imputazioni siano diventate definitive e abbiano una durata più lunga di 4 anni, può dare il via libera all’arresto anche in attesa della celebrazione del nuovo processo di appello. Saguto è stata condannata a 8 anni e 10 mesi, ma la Suprema Corte giovedì sera ha cancellato alcune delle contestazioni, decidendo che, per stabilire l’entità finale della pena, debba essere celebrato un nuovo processo in appello. Stesso ragionamento per il marito, ingegnere e consulente di amministrazioni giudiziarie. Saguto è stata radiata dalla magistratura a seguito dello scandalo della sezione che presiedeva, su amministrazioni giudiziarie “eterne” e creste sistematiche su incarichi e patrimoni sequestrati,

Intanto, un incidente di esecuzione dinanzi alla Corte d’Appello di Caltanissetta è stato sollevato dall’avvocato Ninni Reina, legale dell’ex giudice. Il difensore sostiene che la sua assistita si trovi in condizioni fisiche incompatibili con la detenzione. Per tali motivi era ricoverata al momento dell’arresto. Il parere dei medici era stato negativo e per questo l’avvocato insisterà quanto meno per la concessione della detenzione domiciliare.

sabato, 21 Ottobre 2023 - 22:03
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