Quando Lilli Guber gli chiede conto delle critiche che i penalisti di Napoli gli hanno mosso contro senza neppure attendere l’insediamento («E’ stato un messaggio intimidatorio? A cosa è servita questa lettera», dice la conduttrice), il neo procuratore di Napoli Nicola Gratteri fa spallucce: «E’ da una vita che mangio pane e veleno, che combatto narcotrafficanti. Sono stato nella foresta amazzonica, ho combattuto i capi dei terroristi colombiani. Ho combattuto i capimafia in Aspromonte, quindi si figuri quanto mi può preoccupare il documento della Camera penale di Napoli», dice nello studio televisivo di “Otto e mezzo” ieri sera. E aggiunge: «Dopo una vita dove non so stasera dove andrò, dopo una vita che non ho visto la mia famiglia per tanto tempo, si figura di cosa mi può preoccupare il documento della Camera penale di Napoli».
Parole che non sono piaciute all’Unione delle Camere penali italiane, guidate da Francesco Petrelli: «Il dottor Gratteri nel rispondere a Lilli Gruber sulle critiche mossegli dalla Camera penale di Napoli ha ritenuto di dover fare riferimento ai suoi passati confronti con narcotrafficanti terroristi e ‘ndranghetisti. Possiamo interpretare la sua risposta solo come una caduta di stile di cui scusarsi oppure come una conferma di un modo di confrontarsi con la realtà che gli fa porre sullo stesso piano chi nell’avvocatura lo critica con le stesse organizzazioni criminali che doverosamente combatte».
giovedì, 9 Novembre 2023 - 19:11
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