Tragico bilancio dell’esplosione nella centrale idroelettrica di Suviana, in provincia di Bologna, avvenuta nel pomeriggio del 9 aprile. Tre operai morti, cinque feriti e quattro dispersi. L’impianto, situato nel comune emiliano di Bargi, si trova all’interno del lago artificiale di Suviana, nell’Appennino Tosco-emiliano. La deflagrazione è avvenuta all’ottavo piano sotto il livello dell’acqua. Disastro colposo e omicidio colposo sono i reati ipotizzati dalla Procura di Bologna guidata da Giuseppe Amato, che con il pm Flavio Lazzarini ha disposto alcune perizie per stabilire le cause dell’esplosione della turbina.
Dopo una sospensione di alcune ore necessaria per mettere in sicurezza la struttura, che scende fino a 40 metri sotto il livello del bacino artificiale di Bargi, nell’Appennino bolognese, sono riprese in serata le ricerche dei dispersi. Enel, che gestisce la centrale, ha fatto sapere che la produzione non è stata fermata, ma si prevedono disagi nella fornitura del servizio elettrico. Le tre vittime identificate nella strage sono Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina), Pavel Petronel Tanase, nato in Romania, di Settimo Torinese (Torino), di 45 anni, e Mario Pisani, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni.
Cento i vigili del fuoco per tutto il giorno al lavoro, anche se pochissime sono le speranze di trovare vivi l’ingegnere elettronico Adriano Scandellari, il 37enne Alessandro D’Andrea, il 59enne Paolo Casiraghi e il 68enne Vincenzo Garzillo (napoletano, dipendente di Lab Engineering, a Suviana come consulente esterno). Al momento dell’incidente, i dispersi si trovavano al piano -8, rimasto allagato a causa dello scoppio avvenuto al piano superiore, dove erano presenti le tre vittime finora accertate. Poche le speranze di ritrovarli in vita, secondo i vigili del fuoco.
mercoledì, 10 Aprile 2024 - 23:46
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