«Una figura di altissimo profilo morale e istituzionale». Il guardasigilli Carlo Nordio omaggia Maria Rosaria Covelli, neo presidente della Corte d’appello di Napoli, nel giorno dell’insediamento. Nella Sala Arengario del Tribunale di Napoli, il ministro la chiama «Iaia», la definisce «amica leale e preziosa». Fino a ieri Covelli era a capo dell’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia. «Il suo ritorno in magistratura – dice Nordio – è per il ministero un depauperamento. Ma è normale che chi entra in magistratura vuole fare il magistrato, ovvio che si voglia tornare nelle funzioni». E oggi la presenza del ministro a Napoli «è per dimostrare la gratitudine mia e del Ministero per quello che ha fatto».
Covelli, intanto, si sente già operativa. «Qui si gioca – spiega la presidente della Corte d’appello – una partita cruciale per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, per cogliere a fondo l’occasione di contribuire a nuovo futuro della giustizia: a Napoli si giocherà una partita decisiva». Covelli ricorda i numeri del distretto della Corte di Appello di Napoli, «tra le più grandi d’Italia e d’Europa». Cifre che «non hanno eguali altrove», per questo “bisogna agire per restituire tempestività».
Nel discorso di insediamento, invoca subito l’aiuto del dicastero: «Le dimensioni del distretto sono direttamente proporzionali alle attenzioni che richiede». Poi assicura il suo impegno «per l’adeguamento del personale in attesa di una copertura integrale della pianta organica».
Non aggira il tasto dolente. E come i predecessori – il facente funzioni Eugenio Forgillo e prima ancora Giuseppe De Carolis di Prossedi – evoca «un’esigenza forte e attuale». Cioè l’aggiornamento «delle piante organiche dei magistrati e del personale amministrativo». E se per le scoperture Covelli conta sulla mano di Nordio, a Napoli si affidano al peso della presidente in via Arenula.
martedì, 7 Maggio 2024 - 21:43
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