Ministri clonati su Facebook per satira Ma c’è un volto amaro: i creduloni da tastiera che non riconoscono gli sfottò

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio
di Danio Gaeta

Guardare bene, guardare fino in fondo ed evitare di cascarci. Nel 2018 (anche da qualche anno in più) la politica si è spostata sui social network e la linea di demarcazione tra ciò che è realtà e ciò che è finzione si è assottigliata a tal punto da diventare invisibile. Il Bagaglino del sabato sera, Pippo Franco e la Signora Coriandoli, Occhetto e Andreotti imitati sino a diventare caricature, sono un ricordo lontano. Anzi lontanissimo. Ora la satira politica – se così si può definire – si è spostata sui social. Basta ‘storpiare’ il nome del politico da bersagliare, ‘rubarne’ una foto che lo metta in ridicolo e poi via con la creazione di un profilo fasullo. Tra i bersagli preferiti c’è Luigi Di Maio, il giovane ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, che con l’uso dei congiuntivi ha più di qualche difficoltà (chi non ne ha). Allora qualcuno ha pensato di clonare Luigi Di Maio (uno poteva bastarci) e di far nascere il personaggio virtuale Luigi Di Majo (da notare che è scritto con la ‘j’). Il simpatico ‘social-clone’ parla praticamente di tutto: di fantomatici incontri con i cinesi, dei progetti per l’Italia, finanche degli incontri con giovani famiglie che gli chiedono: «Accarezza mio figlio, gli porterà fortuna». Di fare ‘miracoli’ toccando i bambini, il finto vicepremier, non ha paura, tanto che da esclamare: «Per me è un grande onore e un grande privilegio, che divido con il pontefice Francesco, e che mi rende sempre più fiero di rappresentare questo paese». Ogni frase postata, accompagnata da una bella foto istituzionale, è piena zeppa di errori grammaticali: congiuntivi usati a caso in primis. In passato si faceva satira prendendo spunto da difetti fisici, cadenze dialettali o modi di gesticolare; oggi si va anche oltre: si clona il personaggio.
Ma ciò che ha dell’assurdo è quando si clona un intero Governo. Si, perché Luigi Di Majo, così attivo sui social, interagisce con altri cloni. Il più attivo è il finto – meglio precisare – ministro delle Infrastrutture Toninelli (di ‘cloni’ ce ne sono ben due: ‘Danilo Tontinelli’ e ‘Daniele Toninellli’). L’uomo dell’entusiasmo, il politico della speranza, viene deriso a più non posso. Commenta con frasi senza senso i post di Di Majo e poi si diletta esternando tutte le sue idee. Naturalmente lo sfottò parte dalla visione – a dire il vero un po’ contorta – che il ministro ha della geografia italiana. «Oggi al Ministero con i miei uomini chiave abbiamo votato le migliori infrastrutture presenti in Italia, dopo il Tunnel del Brennero. Il Ponte Civitavecchia-Olbia; Il Porto di Perugia; L’Ordine di Malto; Il Normale Raccordo Anulare; i bastioni di O’Rione; il traforo del Salento; la Grande Via delle Rosticcerie Italiche; l’aeroporto di Procida; l’autostrada deserta ai confini del mare; la megapista Polistil che stava al GS e non mi hanno mai voluto comprare i miei». C’è veramente da ridere.

 

Chi ha messo in piedi il clone del Governo, non ha risparmiato anche gli altri personaggi politici. Non poteva mancare un agguerritissimo ‘Natteo Salvini’, finto ministro degli Interni che come immagine del diario di Facebook usa una fantastica frase: «Prima gli Itagliani». Naturalmente i suoi post sono tutti su immigrati, meridionali (napoletani in particolare) e tasse da “non pagare”. Nel mirino della social satira ci sono anche altri personaggi, Verginia Raggi (finto sindaco di Roma, basterebbe notare com’è scritto il nome di battesimo della donna per fiutare l’inganno); e Alessandro Di Batista (movimentista grillino in cerca di ispirazione), scritto volutamente con una ’T’.
Tutto questo è molto simpatico, basta leggere per farsi una risata. Poi, però, nasce un problema, e si ritorna a quella invisibile linea di demarcazione tra ciò che è realtà e ciò che è finzione. C’è qualcuno, forse poco attento, che crede che i profili siano veri, così come post e fotografie. Basta andare a leggere i commenti delle persone e tutto diventa incredibile. Di certo non abbiamo bisogno di un secondo Di Maio o di una replica di Salvini, ma nemmeno di creduloni da social. La linea tra realtà e finzione è sottile, ma per vederla basta guardare. Altrimenti poi si crede anche al reddito di cittadinanza, all’azzeramento della povertà, all’annientamento della delinquenza. E perché no: anche al ponte che diventa un parco giochi per bambini.

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lunedì, 15 Ottobre 2018 - 09:38
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