Ha strangolato la moglie, 38enne non risponde al gip e non chiarisce il motivo dell’omicidio: indagini sui cellulari

Panchina rossa violenza sulle donne
La panchina rossa simbolo della lotta alla violenza contro le donne (foto Kontrolab)

C’è ancora un tassello mancante nell’inchiesta sull’omicidio di Elisa Bravi, la 31enne strangolata dal marito mentre le loro figlie piccole dormivano nella stanza accanto (la famiglia abitava in provincia di Ravenna). E’ il movente. Il perché Riccardo Pondi, aspirante vigile del fuoco di 38 anni, ha deciso di spezzare per sempre la sua famiglia, rendendo le sue bambine (di sei e sette anni) orfane della mamma.

Riccardo Pondi è comparso questa mattina dinanzi al giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti del Tribunale di Ravenna per l’udienza di convalida del fermo e l’interrogatorio. Pondi ha deciso di non rispondere, riportandosi alla confessione già resa al  pm Lucrezia Ciriello nella caserma di Lugo. Ma quella confessione manca di un tassello: il movente. La procura ritiene che Pondi non sia stato in grado di controllare la sua gelosia. Una gelosia cieca, che aveva spinto la coppia a recarsi anche da uno spigoloso di coppia per provare a fare sì che il 38enne risolvesse i suoi problemi che stavano logorando il rapporto.

E per questa ragione adesso gli inquirenti stanno analizzando i telefoni cellulari sia della donna che di Pondi.

La scena del delitto, da una prima analisi, racconta di un omicidio che si è consumato al culmine di una lite. Una lite durante la quale Elisa ha cercato di difendersi in tutti i modi.

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sabato, 21 Dicembre 2019 - 18:02
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