Matrimoni addio in Campania. Con l’ordinanza n. 79 pubblicata in serata sul sito della Regione, Vincenzo De Luca mette una pietra tombale sul settore del wedding. Sì, perché tra le nuove misure introdotte allo scopo di arginare la diffusione del contagio da Coronavirus non vi è solo la chiusura delle scuole ma vi è anche una rivisitazione della norma, introdotta dall’ultimo Dpcm, che disciplina il numero massimo di invitati alle feste conseguenti alle cerimonie.
Ebbene, se da un lato Vincenzo De Luca non tocca il tetto delle 30 unità fissate dal premier Giuseppe Conte, dall’altro lato introduce però una clausola che di fatto riduce quasi a zero quel numero già risicato. «Sono vietate le feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose (matrimoni, battesimi), in tutti i luoghi al chiuso e all’aperto con la partecipazione di invitati che siano estranei al nucleo familiare convivente, anche se in numero inferiore a 30», si legge nell’ordinanza. Ebbene, la formula ‘nucleo familiare convivente’ annulla qualsiasi possibilità di invitare non solo gli amici ma finanche gli zii e, laddove non si abiti più con i propri genitori e si abbia la sfortuna di avere pure la residenza altrove, non si possono neanche invitare mamma e papà alla festa. Esclusa, ovviamente, la presenza dei fotografi.
Va da sé che una limitazione come questa equivale a spingere chi si sarebbe dovuto sposare a ottobre (molti matrimoni in programma peraltro erano già stati fissati, e poi annullati, nei mesi del lockdown) e chi dovrà battezzare i propri bambini a disdire i ristoranti e i contratti già stipulati per fioraio, fotografo e tutto ciò che ruota attorno a questi eventi. Con un inevitabile danno economico sia per i gestori dei locali, dei professionisti impegnati in questi eventi che per chi doveva festeggiare.
giovedì, 15 Ottobre 2020 - 21:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA
