Torre del Greco e le elezioni inquinate, indagato pure un consigliere d’opposizione Buste della spesa in cambio del voto

di Dario Striano

E’ come se l’inchiesta sul patto di mazzette e rifiuti, che decretò nel 2017 la fine anticipata dell’amministrazione di Ciro Borriello (sindaco alla sbarra per corruzione assieme ai titolari della ditta ecologica Balsamo srl) non fosse bastata. Oppure, che il dato più alto di astensionismo, fatto registrare in tutta Italia alle ultime Amministrative, non abbia alcun valore. Le indagini della procura di Torre Annunziata parlano di un voto ‘inquinato’ a Torre del Greco. Di consensi ‘acquistati’ con la promessa di un posto di lavoro nel settore ‘monnezza’. E, soprattutto, di preferenze elettorali condizionate da consiglieri comunali di maggioranza, ma anche da quelli di opposizione.

Il ‘nuovo’ indagato
La città del corallo è inciampata un’altra volta sui rifiuti, e non solo. Già, perché l’inchiesta, partita dopo il video scandalo diffuso da ‘Fanpage’, non appena le urne elettorali si sono chiuse, si è allargata notevolmente. E nel mirino degli investigatori non ci sono più ‘soltanto’ le circa 50 assunzioni formalizzate durante la gestione commissariale dell’Ente: contratti arrivati attraverso il percorso formativo “Garanzia Giovani”. Tra cui quelle degli 8 netturbini già ascoltati in procura la settimana scorsa che hanno chiamato in causa il consigliere di maggioranza Stefano Abilitato. Adesso, sotto i riflettori dei magistrati oplontini ci sono anche altri episodi di condizionamento del voto. Come la busta della spesa ‘offerta’ agli elettori. Un’ipotesi di reato che, vedrebbe protagonista un altro politico della nuova amministrazione, più precisamente un rappresentante delle opposizioni.

Gli altri politici coinvolti
Secondo dunque le ultime indiscrezioni salirebbe a 3 il numero dei politici coinvolti nell’inchiesta. La scorsa settimana era stato interrogato l’ex assessore della Giunta Borriello, Simone Magliacano, colui che, in qualità di commercialista, avrebbe curato le pratiche per l’inserimento dei netturbini nelle liste dell’agenzia interinale dalla quale poi sono stati assunti nella “Gema spa”, al tempo affidataria del servizio rifiuti cittadino. L’ex rappresentante dell’esecutivo del sindaco sceriffo, avrebbe parzialmente confermato il racconto degli 8 lavoratori indagati già ascoltati in procura, facendo anche lui il nome di Stefano Abilitato. Eletto con un plebiscito (927 voti) tra le fila della lista civica “il Cittadino”, insostegno del candidato sindaco Giovanni Palomba, Abilitato,  martedì scorso è così comparso dinanzi al procuratore aggiunto Filipelli per essere interrogato. E non si è sottratto alle domande del magistrato, anzi, ha risposto e ha professato la sua innocenza.

Le indagini
La Procura di Torre Annunziata, supportata dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco, sta dunque controllando i contratti di ‘Garanzia Giovani’ per valutare se sono stati formalizzati per scopi elettorali, per attirare dunque ‘facili consensi’, oppure per atti già previsti dall’azione governativa. Le assunzioni sarebbero state infatti firmate a pochi giorni dal voto, ma durante la gestione commissariale dell’Ente. In attesa di riscontri, la magistratura procede spedita nelle indagini puntando sulla pista dell’associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio ed altri reati elettorali. Una ipotesi che, se accertata, potrebbe portare all’annullamento della tornata elettorale. La settimana prossima, dunque, continueranno gli interrogatori, nel frattempo è salito a 15 il numero degli indagati per voto di scambio. Inizialmente implicati nelle indagini erano solo gli 8 netturbini ascoltati dagli inquirenti, i cui telefoni cellulari sono stati sequestrati ed esaminati. Al vaglio degli investigatori ci sono non solo le chat dei ‘social’ ma anche le foto scattate con gli smartphone nelle cabine dei seggi, quelle che immortalano la preferenza elettorale ‘inquinata’.

domenica, 8 Luglio 2018 - 10:00
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