Giustizia, il Cdm dà il suo ok alla riforma ma ‘con riserva’ per il processo penale: gelo tra Lega e Cinque Stelle

Alfonso Bonafede
Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia

Nessuna intesa tra Lega e Cinque Stelle sulla riforma del processo penale, accordo invece sul processo civile e sulla riforma del Csm. Il Consiglio dei ministri termina così una ventina di minuti dopo la mezzanotte. Termina con una strana soluzione: approvazione della riforma ma ‘salvo intese’ sul fronte del processo penale.

Termina con una mancata stretta di mano tra Salvini e Bonafede. Termina con fonti della Lega che si affrettano a dire che tra le due parti «c’è distanza» sul processo penale, e con Bonafede che mastica amaro e inizia a sospettare che il muro alzato da Salvini sia in realtà una strategia per affossare un’altra riforma, strettamente legata a questa: il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia essa di condanna o di assoluzione. «Non vorrei che ci fosse il tema della prescrizione come nodo che non viene portato al tavolo», dice.

Il vertice fiume è stato intervallato da numerose pause necessarie a Salvini e Bonafede per confrontarsi ciascuno col proprio partito per capire quale linea mantenere con l’avversario.

Alla fine ciascuno è rimasto sulle sue posizioni, con la Lega che continua a chiedere tempi più brevi per i processi e i Cinque Stelle che replicano come la riforma non allungherà i tempi del processo. Fonti leghiste si sono affrettate a precisare come sul punto ci sia «distanza» tra le parti.

Del resto che il confronto non sarebbe stato semplice s’era intuito stamattina, quando in una diretta Facebook Matteo Salvini ha tacciato il ‘piano Bonafede’ di essere «acqua», di mancare di «coraggio» e di non essere una vera riforma, quanto piuttosto una «riformina». E ha poi suggerito quali, a suo dire, sarebbero gli interventi che «gli italiani si aspettano».

Durante il Consiglio dei ministri, dunque, Salvini non ha fatto sconti. E per ora c’è poco da festeggiare, benché sulla carta sembrerebbe che Bonafede l’abbia avuta, in parte, vinta. La riunione del Consiglio dei ministri si è infatti conclusa con un’approvazione della riforma (che riguarda anche il processo civile e il Csm) ‘salvo intese’. Ed è proprio questa clausola, ‘salvo intese’ (relativa al processo penale), a lasciare intendere che la battaglia non è conclusa.

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giovedì, 1 Agosto 2019 - 00:49
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