Fondazione Open, finanziamenti illeciti nel mirino dei pm di Firenze ma l’inchiesta si trasforma in scontro tra Renzi e Di Maio

Matteo Renzi ospite del programma televisivo Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio su Rai1.

Rischia di diventare un caso politico interno alla maggioranza giallo-rossa l’inchiesta della Procura di Firenze sulla ex Fondazione di Matteo Renzi, Open. Ieri i pubblici ministeri fiorentini hanno ordinato perquisizioni in tutta Italia, ne sono state eseguite oltre trenta: l’ipotesi di reato è di riciclaggio e traffico di influenze illecito, oltre al finanziamento illecito ai partiti. E proprio su questo ultimo tema, si sono confrontati a distanza l’ex premier e Luigi Di Maio.

Ma partiamo dall’inchiesta. Secondo gli inquirenti, l’ex Fondazione di Renzi sarebbe stata una sorta di «bancomat» per i parlamentare ed avrebbe funzionato come articolazione di partito venendo impiegata come strumento di illecito finanziamento. Al fine di supportare le tesi dei pm, i finanzieri hanno effettuato perquisizioni in case ed uffici per rintracciare eventuali documenti, bancomat, carte di credito e rimborsi spesi messi a disposizione di alcuni parlamentari.

Al centro dell’indagine c’è l’avvocato Alberto Bianchi, che lo scorso settembre aveva già subito una perquisizione, accusato dei reati di finanziamento illecito e traffico di influenze illecite. Ma nell’inchiesta finiscono anche altri ex finanziatori di Open, indagati sono alcuni imprenditori titolari di società con sede a Firenze, Chieti e Roma, ai quali sarebbero contestate a vario titolo anche le accuse di autoriciclaggio, riciclaggio, appropriazione indebita aggravata e false comunicazioni sociali. Altri imprenditori, che non sarebbero indagati, sono stati perquisiti perché legati da rapporti finanziari con un consigliere della fondazione Open.

Di Open, Procura e Guardia di Finanza di Firenze stanno valutando operazioni relative alle primarie 2012 e al ‘Comitato per Matteo Renzi segretario’. L’attenzione si sarebbe centrata pure su alcune ricevute di versamento da parlamentari. Gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali, rese da Bianchi e collaboratori del suo studio, e i finanziamenti avuti dalla Open. Il primo passaggio di denaro indagato è quello che coinvolge il gruppo di costruzioni Toto. Nell’agosto del 2016 Bianchi, a fronte di una fattura emessa per prestazioni professionali, ricevette dal gruppo Toto un pagamento di oltre 800mila euro, denaro che per l’accusa sarebbe stato in parte usato per finanziare Open, sui cui conti Bianchi versò 200mila euro il mese successivo. Altri 200.000 li versò al Comitato per il sì al referendum sulla Costituzione. Nello stesso anno lo studio Bianchi aveva ricevuto dal gruppo Toto circa 2 milioni per prestazioni professionali. Al vaglio i rapporti tra la fondazione e l’imprenditore Patrizio Donnini, che a sua volta, sempre nel 2016, avrebbe ricevuto dal gruppo Toto oltre 4 milioni di euro in parte con operazioni di compravendita di quote societarie effettuate dalla società immobiliare Immobil Green.

L’inchiesta è complessa e si preannuncia anche terreno di scontro tra le forze politiche con lo scopo evidente, per Luigi Di Maio,  di cogliere la palla al balzo per schierare la maggioranza contro Renzi. Il capo politico dei Cinque Stelle attacca: «C’è un problema serio su fondi e finanziamenti ai partiti: serve subito una commissione d’inchiesta, lo chiederemo nel contratto di governo che faremo partire a gennaio». L’ex premier in serata ha commentato su Facebook: «E’ un massacro mediatico, i fondi sono regolari. Chi ha finanziato la Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni – se poi altri partiti utilizzano questa vicenda per chiedere commissioni di inchiesta sui partiti e sulle fondazioni io dico che ci sto. Anzi, rilancio – ha detto Renzi – dovremmo allargare la commissione d’inchiesta alle società collegate a movimenti politici che ricevono collaborazioni e consulenze da società pubbliche. Italiane, certo. Ma non solo italiane». I pm, ha continuato Renzi, «sono gli stessi che hanno firmato l’arresto dei miei genitori, Creazzo e Turco, provvedimento annullato pochi giorni dopo dal riesame». Quindi l’invito a «non finanziare Italia Viva» per non passare «guai di immagine» e a usare il crowfunding.

Leggi anche:
– Indagini dell’Antitrust sul servizio di recapito delle raccomandate di Poste Italiane. Funzionari nella sede della società
– Prescrizione, Conte insiste sulla riforma ma Orlando (Pd) frena: maggioranza ancora nel caos
– A Ponticelli maxi sequestro di champagne e liquori contraffatti, denunciato 38enne
– Terremoto in Albania, salgono le vittime: accertati 18 morti, 43 persone estratte vive dalle macerie
– Uccide il marito cospargendolo di benzina e dandogli fuoco: arrestata a Rieti
– Clan Mauro, 4 anni di storia criminale tra alleanze, faide ed estorsioni: «Ringrazia me che sei vivo, porta 20mila euro»
– Errore giudiziario, liberi dopo 36 anni: quei 3 ‘ragazzi’ del Maryland accusati di omicidio rovinati da indagini ‘pilotate’
– Lavoro, De Luca: «Basta bruciare miliardi per il reddito, bisogna creare lavoro per dare dignità ai giovani»
– Vercelli, bruciò la ex con la benzina: rito abbreviato per ex guardia giurata
– Terremoto in Albania, si scava a mani nude tra le macerie: l’apocalisse nello Stato divenuto una ‘piccola Italia’ | Il bilancio
– Avvocato aggredito nel suo studio dalla controparte del cliente, unica colpa averli sconfitti in Tribunale

mercoledì, 27 Novembre 2019 - 07:32
© RIPRODUZIONE RISERVATA