Accuse ridimensionate, ancora una volta, per Gennaro Trambarulo (difeso dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Francesco Foreste), indicato dagli inquirenti come un esponente di spicco dei clan Licciardi e Mallardo.
I giudici del Tribunale del Riesame, dodicesima sezione, sono intervenuti sull’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata al ras, già detenuto, agli inizi di dicembre e hanno sfoltito le contestazioni. Cancellata anzitutto l’aggravante della matrice camorristica. Cancellata anche la contestazione di estorsione agganciata a due episodi di usura che invece sono rimasti in piedi e rispetto ai quali è stata conservata la misura cautelare in carcere.
Nell’ambito di questa indagine era finito in carcere anche Ciro Trambarulo, fratello di Gennaro, che ha ottenuto la scarcerazione su disposizione del Tribunale del Riesame. A Ciro Trambaruolo si contestava, tra l’altro, l’avere minacciato una delle vittime di un altro episodio di usura per il quale Trambarulo era stato arrestato il 5 novembre scorso con la compagna Carmela Pellegrini e si trova tuttora detenuto (anche in questo caso il Riesame ha escluso l’aggravante della matrice camorristica). In particolare all’indagato venivano contestati due tentativi di estorsione e un’estorsione consumata, accuse che poggiavano sulle dichiarazioni delle parti offese e che secondo la procura avrebbero trovato riscontro in alcune conversazioni intercettate.
Proprio questo materiale è stato messo in discussione dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Foreste, che ha evidenziato come dalle conversazioni poste a sostegno dell’accusa non si evincessero condotte minacciose e violente. Per conoscere le motivazioni che hanno spinto il Riesame a rivalutare l’inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli, sia rispetto alla posizione di Gennaro Trambarulo che rispetto alla posizione del fratello Ciro, occorrerà attendere 45 giorni.
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venerdì, 27 Dicembre 2019 - 13:46
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