Caso Gregoretti, Italia Viva voterà per il processo a Salvini; le sorti del leghista nelle mani dei Cinque Stelle

Matteo Salvini (foto Kontrolab)

Stavolta Matteo Salvini rischia per davvero di finire a processo. Il Movimento Cinque Stelle non è più suo alleato e potrebbe fare venire il ‘salvagente’ lanciato per il caso Diciotti. L’8 gennaio ci sarà la prima riunione della Giunta per le immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere verso Matteo Salvini per la vicenda della nave Gregoretti: il voto è atteso il 20 gennaio. E la tensione è inevitabilmente destinata a salire.

Italia Viva, che siede in maggioranza, ha annunciato proprio questa la sua intenzione di voto: consegnare Salvini al Tribunale dei Ministri di Catania che lo hanno indagato per sequestro di persona perché bloccò in mare per cinque giorni la nave militare italiana che aveva salvato 131 migranti. «Salvini nella sua memoria ci ha spiegato che il caso Gregoretti è identico a quello della Diciotti. Salvini certamente conosce le carte meglio di noi, e se lui dice che i casi sono identici, noi ci comporteremo in modo identico, votando come per la Diciotti: a favore dell’autorizzazione al processo contro Salvini», ha dichiarato Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva.

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La dichiarazione di voto di Iv ha sollevato il commento piccato di Forza Italia. «La maggioranza, divisa su quasi tutto, si ricompatta solo per le cause sbagliate. Il caso Gregoretti è emblematico: Italia Viva si sta già allineando alla posizione degli alleati che vogliono mandare Salvini sotto processo, chi per infausta coerenza e chi invece per vendetta. Renzi qualche settimana fa ha pronunciato nell’aula del Senato un vigoroso discorso sulla necessità di tornare al primato della politica per arginare le incursioni improprie delle Procure. Le sue piroette tra garantismo e giustizialismo non ci sorprendono più, ma qui c’è in ballo una questione ancora più grande: consegnare infatti un ex ministro dell’Interno nelle mani della magistratura per aver seguito la linea della fermezza sull’immigrazione clandestina che faceva parte del programma di governo significherebbe la capitolazione finale della politica», ha dichiarato Anna Maria Bernini.

Ad ogni modo i riflettori sono tutti puntati sui Cinque Stelle, che già sul caso Diciotti si mostrarono spaccati al loro interno tanto che Luigi Di Maio decise di rimettere alla piattaforma Rousseau la posizione che il Movimento avrebbe dovuto assumere. E il voto degli iscritti salvò Matteo Salvini. Adesso però lo scenario è cambiato e i grillini non sono più nella scomoda posizione di dovere difendere un alleato di governo: Salvini è dall’altra parte della barricata e si porta addosso il peso di avere dato un calcio al governo gialloverde. Di Maio, già nelle scorse settimane, aveva lasciato intendere che i pentastellati non erano più orientati a sostenere il leader della Lega in maniera cieca, evidenziando invece come i due casi, quello della Diciotti e della Gregoretti, siano diversi e aprendo così la possibilità ad un voto favorevole alla richiesta di autorizzazione a procedere.

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sabato, 4 Gennaio 2020 - 19:55
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