Campania, De Luca mette al bando i ‘portaseccia’, smonta la leggenda tamponi ‘modello Corea’ e incoraggia la Lombardia

(foto Kontrolab)

Basta polemiche sulle «libertà individuali», sulla privacy violata. E soprattutto basta «portaseccia», gente «che propone soluzioni miracolistiche campate in aria» e basta sindaci «protagonisti» che invocano il modello Corea quando in realtà il sistema cui dicono di ispirarsi si poggia su una incisiva compressione dei diritti dei cittadini. L’obiettivo comune deve essere «la tutela della salute» e per centrarlo vi è bisogno, su scala nazionale, di essere solidali col Governo per aiutare la Lombardia che «sta vivendo una tragedia» e al contempo lavorare «per non fare collassare il Sud».

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Il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca affronta in un’ora di monologo tutti gli aspetti salienti di questa interminabile emergenza sanitaria da Coronavirus. Fa il punto dei contagi sul territorio campano, fotografa in maniera chiara il suo ‘piano sanitario’ per evitare di arrivare impreparati al picco contagi atteso ad aprile (picco che si porterà dietro un aumento di richieste di posti di terapia e di ricoveri), annuncia la costruzione – in atto – di un nuovo ospedale prefabbricato e quali sono le convenzioni attivate con le strutture private convenzionate, e spegne l’incendio ‘mediatico’ scoppiato dopo la sua durissima lettera inviata al premier Conte per lamentare la mancanza di invio di protezioni e macchinari da destinare alla sanità campana. Un discorso chiaro, semplice. Nel corso del quale De Luca, con grande sincerità, non nasconde le difficoltà esistenti (del resto non l’ha mai fatto) ma al contempo prova a dare un’iniezione di fiducia ai cittadini. «Stiamo facendo tutto il possibile e posso garantire ai cittadini campani che non ci ritroveremo nelle condizioni di Bergamo e Brescia», è la promessa.

L’importante, insiste, è che ciascuno faccia la sua parte. E che si smetta con sterili polemiche. Il monito, che arriva in apertura di diretta, è rivolto soprattutto a quelli che denunciano la compressione delle libertà individuali. «Quando i periodi di emergenza si prolungano c’è l’emergere di un dibattito su temi anche importanti ma assolutamente fuori luogo in questo momento: la democrazia liberale, lo stato di diritto. Ma vi pare francamente che sia totalmente astratto aprire questi problemi quando si tratta di contenere un contagio che può diventare drammatico più di quanto già non è stato nel nostro Paese?», osserva De Luca. «La prima libertà che deve garantire lo Stato di diritto è la libertà di vivere – continua – E oggi questa libertà non è garantita ai nostri cittadini. E dunque tante misure che oggi vengono prese devono garantire questa libertà. E’ chiaro che questo comprime i problemi di autonomia della persona. Qualcuno ha lamentato problemi di privacy perché si vuole controllare i cittadini: beh, se si mettono in piedi iniziative per evitare che cittadini contagiati non vadano agire a contagiare, è evidente che queste misure vanno preso». Quindi svela l’ipocrisia di certe argomentazioni: «La cosa è persino commovente: in un paese dove per anni è stata massacrata la vita privata di persone e di famiglie che sono state distrutte nell’indifferenza generale e oggi vediamo emergere il dibattito sulla privacy. E’ incredibile».

La seconda stilettata è all’indirizzo di alcuni sindaci: «Ci sono protagonismi inutili sui territori (…) Qualcuno ha evocato il modello Corea, dicono che in Corea hanno fatto tamponi a tutti quanti. Ovviamente è una balla: 300mila tamponi su 50 milioni di abitanti. Ma il controllo o il contenimento non ancora compiuto dell’epidemia è avvenuto per un altro motivo: per il fatto che in Corea, lì sì, sono stati controllati i cittadini uno a uno, e non solo quelli sintomatici, con i controlli telematici, telefonici e con le carte di credito. Una cosa pericolosa, esagerata. Ma il modello Corea fondamentalmente era questo, non altro». Il riferimento implicito di De Luca è al sindaco di Avellino, Gianluca Festa, che ha fatto acquistare al Comune 5mila it rapidi da un’azienda specializzata di Milano per effettuare test ‘rapidi0 sulla popolazione.

De Luca non risparmia neanche i criticoni di professione e soprattuto i portaseccia: «Sarebbe da stupidi immaginare che con questo tsunami che ci è venuto addosso tutto possa andare bene. Io lo so che ci sono cose che non vanno. Negli ultimi giorni emerse speculazioni politiche. Noi oggi lottiamo contro due nemici: uno è il virus e il secondo sono i portaseccia, gente che sta male se le cose vanno bene o se non ci sono problemi. Quando ho alzato i toni col Governo, ho detto ‘guardate che ci portate al collasso’. Bene, i portaseccia hanno preso a volo questa parola ‘collasso’ e si sono entusiasmati: l’unico collasso è arrivato nel vostro cervello, c’è un buco nero tra le vostre che orecchie con una tale forza di gravità che rende impossibile l’uscita non solo della luce delle radiazioni ma anche del pensiero».

Vi è poi il capitolo della ‘polemica’ con il Governo per il mancato arrivo – poi superato – di mascherine, protezioni e macchinari sanitari. Una polemica che De Luca riconduce non ad uno scontro col Governo, non ad una mancanza di solidarietà bensì ad una dialettica di leale e forte confronto che si accende quando c’è poca chiarezza attorno a problemi che meritano risolti. «Ci sono momenti nei quali bisogna alzare la voce ma non per mancanza di solidarietà nei confronti del Governo con cui siamo solidali. Ma bisogna parlare chiaro, alzare la voce quando bisogna fare arrivare in maniera diretta i messaggi. Se c’è un problema basta dirlo, e poi noi cerchiamo di avviare per quanto ci è possibile. Ma non è possibile che ci venga detto che le mascherine arrivano martedì mattina, poi martedì sera, poi mercoledì. Si parli chiaro», puntualizza De Luca. Che poi però ribadisce la vicinanza della Campania alla Lombardia e agli sforzi che il Governo sta facendo per aiutare quella ragione e invita tutti a non perdere mai lo spirito di solidarietà: «Chiunque si senta estraneo a uno sforzo del governo rispetto alla priorità della tragedia Lombardia non merita di dirsi italiano. E’ chiaro ed è giusto che la priorietà del Governo in questo momento debba essere fronteggiare la tragedia in Lombardia, cui siamo vicini». Ed è anche per rendere possibile un adeguato aiuto alla Lombardia anche da parte del Sud, che De Luca invita il Governo a non dimenticare il Sud: «Se qui esplode il contagio non potremo più aiutare la Lombardia». Un’osservazione che suona come un consiglio. E di consigli, De Luca, ne ha dati molti, anche dettando la linea di misure restrittive che in Campania sono state introdotte con largo anticipo rispetto al resto d’Italia: «Condivido le sanzioni più rigorose introdotte dal Governo per chi va in giro a perdere tempo. Ma che credo che si sarebbe dovuto fare prima».

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venerdì, 27 Marzo 2020 - 17:37
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