Inchiesta ex Cirio, 6 ai domiciliari. Indagato Casillo (Pd), i pm: scambio di piaceri con Greco, voleva favorire una ditta

Cesaro, Casillo, Pentangelo
Da sinistra il senatore di Fi Luigi Cesaro, il consigliere regionale campano Mario Casillo (Pd) e il deputato Antonio Pentangelo

Sono sei le misure cautelari agli arresti domiciliari disposte nell’ambito dell’inchiesta sull’ex area Cirio di Castellammare di Stabia che ha colpito il noto imprenditore stabiese Adolfo Greco e vede coinvolti anche i parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. I provvedimenti, notificati dalla Polizia e della Guardia di Finanza hanno colpito, oltre Greco, anche l’ingegnere Antonio Elefante, Maurizio Biondi, e tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Campitiello (di Pagani), Marcello Ciofalo (di Portici) e Vincenzo Colavecchia (di Pomigliano d’Arco). L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ha invece riguardato Angelina Annita Rega. Disposti gli arresti domiciliari – come anticipato in un precedente articolo – anche per il senatore Luigi Cesaro e per il deputato Antonio Pentangelo: essendo parlamentari, l’esecuzione della misura è sospesa in attesa che il Senato e il Camera decidano se accordare il via libera alla richiesta di arresto che è stata già trasmessa dal giudice per le indagini preliminari Criscuolo del Tribunale di Torre Annunziata. Indagato Mario Casillo, consigliere regionale del Pd.

Contestualmente è stato emesso il decreto di sequestro preventivo con riferimento alle somme di denaro e di altri beni, costituenti il prezzo dei reati di corruzione. A vario titolo sono contestati i reati di corruzione propria, falso ideologico in atto pubblico, rivelazione di segreto d’ufficio. Le indagini – sottolinea in una nota la procura di Torre Annunziata – «hanno consentito di accertare un ramificato sistema di corruzione di esponenti politici, regionali e nazionali, e di pubblici ufficiali posto in essere da Adolfo Greco». Secondo la ricostruzione della procura, Greco e Tobia Polese (proprietario dell’hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate) dopo avere presentato al comune di Castellammare di Stabia, sulla base di una relazione tecnica stilata dall’ingegnere Antonio Elefante, un progetto di recupero e di riqualificazione dell’area che la società Polgre Europa 2000 (di proprietà di Greco e Polese) aveva acquistato, avevano attivato la procedura per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione dell’ente rimasto inerte, avrebbe dovuto procedere all’istruttoria e all’adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire.

Le indagini, si legge nella nota della Procura oplontina, «hanno consentito di acclarare che Greco, con la complicità di Polese e di Giuseppe Passarelli, amministratore unico della Passarelli Spa, società che avrebbe dovuto realizzare i lavori» aveva prima tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87 (Piano urbanistico territoriale della costiera sorrentina-amalfitana), che era ostativa rispetto alla realizzazione dell’intervento – «accordandosi con il consigliere regionale Mario Casillo, capogruppo del Pd, affinché intervenisse su esponenti di tale partito politico per il ritiro di numerosi emendamenti proposti nel corso dell’iter modificativo della legge». In cambio del ‘favore’, scrivono gli inquirenti, Casillo, con la mediazione di un esponente del Pd stabiese, Gennaro Iovino, «chiedeva in relazione a tale progetto di riconversione l’affidamento dei lavori di impiantistica elettrica ad una ditta da lui stesso indicata».

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Strategia fallita, questa, che spinse Polese e Passerelli, d’intesa con il tecnico di fiducia Elefante, a cambiare il referente politico cui rivolgersi. Così «intervenivano sull’assetto normativo vincolistico vigente nella area ex Cirio ottenendo la modifica della legge regionale numero 19/2009 ad opera del collegato alla legge di stabilità finanziaria del 2014, che prevede espressamente l’applicabilità delle norme premiali del piano casa ai territori sottoposti ai vincoli di inedificabilità relativa, di natura paesaggistica, imposti dal Put.

«Sulla scorta di tali modifiche – scrivono gli inquirenti – Adolfo greco, in considerazione delle resistenze manifestate dai funzionari dell’Ufficio tecnico di Castellammare di Stabia, otteneva da Antonio pentangelo, quale vicepresidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta nella persona dell’architetto Maurizio Biondi, per il rilascio del permesso a costruire».

Biondi, secondo gli investigatori, era legato da uno «stretto rapporto personale e professionale a Luigi Cesaro ed al figlio (Francesco ndr), con cui Biondo condivideva lo studio professionale». Una nomina ‘pilotata’ per la quale Greco e Polese avrebbero regalato a Pentangelo un prezioso Rolex e avrebbero dato 10mila euro. Dalle indagini è inoltre emerso che Greco sarebbe intervenuto sull’imprenditore Giuseppe Imperati affinché concedesse in locazione a Forza Italia l’immobile di piazza Bovio 8 a Napoli per destinarla a sede del partito per un canone di 3000 euro e non di 5mila come inizialmente richiesto, «fornendo altresì sostegno per la campagna elettorale del 2015 al figlio di Cesaro», Armando.

Ricostruiti anche i presunti passaggi di denaro per ottenere il rilascio del permesso a costruire; Greco avrebbe corrisposto a Biondi, tramite l’ingegnere Elefante, 12mila euro per ottenere l’adozione della determina commissariale di accoglimento del 13 aprile 2016; la somma consegnata da Greco ad Elefante, è emerso dalle intercettazioni, e destinata a Biondi, ammontava a 20mila euro ma Elefante «trattenne a sé la differenza» consegnandogli alla fine ‘solo’ 12mila euro.

Dall’ordinanza emerge poi il ruolo dei tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate (Vincenzo Colavecchia e Marcello Ciofalo), che dovevano seguire la verifica fiscale dell’azienda di Adolfo Greco per il 2012 (la Cil srl) e di Vincenzo campitiello, estraneo al settore delle verifiche fiscali perché in servizio presso l’ufficio legale della Direzione provinciale dell’Agenzia ma legato personalmente a Greco; Campitiello avrebbe annunciato la verifica all’amico imprenditore adoperandosi poi per coordinare l’operato dei due funzionari che avrebbero dovuto svolgerla, infine «risultata infedele in quanto non corrispondente alle evidenze contabili».

Un favore che sarebbe stato ‘pagato’ da Greco e dalla moglie Angelina Greco con 30mila euro: somma rinvenuta poi nella valigetta di Campitiello e consegnata da Greco all’interno degli uffici della sua società. Nelle ore in cui riceveva questa somma, peraltro, Campitiello aveva invece attestato la sua presenza in Commissione tributaria a Napoli, motivo per il quale gli viene contestato anche il falso ideologico in atto pubblico.

Per Casillo, Iovino e Passarelli non sono state disposte misure cautelari: le condotte relative alla modifica del Put, ritenute sussistenti dal giudice per le indagini preliminari, sono state qualificate come traffico di influenze, fattispecie per la quale, come prevista all’epoca dei fatti,  non c’è misura cautelare.

 

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venerdì, 15 Maggio 2020 - 13:14
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