Il murale ‘Fontana assassino’, il governatore: «Clima antilombardo». Il Partito dei Carc: «Solo scaricabarile»

fontana assassino murale
La scritta 'Fontana assassino' sul muro di cinta di un’abitazione in via Vittorelli a Milano, zona Crescenzago

La scritta che campeggia sul muro di cinta di un’abitazione in via Vittorelli a Milano, zona Crescenzago, è un pesante atto d’accusa rivolto al governatore della Regione Lombardia per la gestione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. «Fontana assassino» sono le due parole che ieri hanno reso ancora più rovente un dibattito politico che tiene il leghista sulla graticola.

La firma è quella del Partito dei Carc (comitati di appoggio alla Resistenza per il comunismo) che, oggi, in una nota argomenta le ragioni di quel ‘messaggio’ durissimo e violento stigmatizzato da esponenti del centrodestra e pure del centrosinistra. «Abbiamo sentito solo tanti scaricabarile: verso il governo che non ha fatto chiudere le aziende non necessarie a far fronte all’emergenza sanitaria (ma il presidente della Regione può emettere ordinanze urgenti in materia sanitaria), verso i dirigenti dell’Ats per la strage nelle Rsa fino ad arrivare ad affermare contro ogni evidenza che la Regione Lombardia ha lavorato bene. Abbiamo visto sprecare milioni di euro per un ospedale aperto per 25 pazienti e che sarà a breve chiuso e per le mascherine-pannolini inutilizzabili da chiunque», si legge nel comunicato.

E dopo le morti «da contagio avremo anche le morti di fame e di stenti, visto che la Regione non ha sbloccato le migliaia di domande di Cig in deroga e non sta facendo nulla per lavoratori autonomi, partite Iva, stagionali. Queste sono le reali violenze, non una scritta che inchioda Fontana e i suoi consiglieri alle loro responsabilità», perché «le 15mila persone morte non sono state ‘sfortunate’, sono morte perché Fontana e Gallera non hanno fatto nulla per evitare questa situazione, ma anzi hanno fatto tutto quello che era in loro facoltà per fare in modo che Confindustria continuasse a mietere profitti e vittime».

Fontana, dal canto suo, affida a ‘La Stampa’ la sua difesa e la sua indignazione, lamentando «un clima avvelenato che qualcuno ha voluto creare nel Paese. Un clima antilombardo. E chi ha creato questo clima, dovrebbe farsi un esame di coscienza, perché poi i risultati sono questi». A Fontana è arrivata anche la solidarietà del Pd e del Movimento Cinque stelle lombardi, che non hanno mai lesinato critiche al governatore. «Esprimo a nome mio e di tutto il gruppo del Partito democratico in consiglio regionale la solidarietà al presidente Fontana. L’attacco che ha subito non è tollerabile», ha scritto ieri in una nota il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale della Lombardia, Fabio Pizzul,. «Noi – ha chiosato Pizzul – non smetteremo mai di condannare ogni forma di violenza». Ha commentato invece il Movimento 5 Stelle di Regione Lombardia: «Doveroso per regola della civiltà e del rispetto prendere le distanze dal murales ingiurioso nei confronti del presidente Fontana. Piena solidarietà al governatore e al gruppo della Lega. Condanniamo il gesto pur non condividendo la gestione finora tenuta per l’emergenza Covid, ma ci sono luoghi e strumenti adatti».

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sabato, 16 Maggio 2020 - 10:44
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