Napoli, la Camera penale contro la circolare della discordia: «Va cancellata. Basta trattarci da ospiti sgraditi»

Tribunale di Napoli
Il Tribunale di Napoli

La sospensione della circolare interna con la quale si imponeva alle cancellerie penali delle sezioni dibattimentali del Tribunale di Napoli di rilasciare agli avvocati la data del rinvio di un’udienza solo previo pagamento dei diritti pari a 3,87 euro non ha fermato l’onda lunga del risentimento scoppiato tra i penalisti partenopei.

Quella circolare, firmata da un funzionario, reca infatti altri 7 punti, alcuni dei quali duramente contestati dalla categoria, come la ‘schedatura’ di tutti gli avvocati che si recano nelle cancellerie senza appuntamento. Ebbene, quei ‘punti’ sono rimasti in piedi, ché la sospensione della circolare riguarda esclusivamente l’aspetto più spinoso, quello del pagamento dei diritti per conoscere la data del rinvio di un’udienza. Regole, tutte, che la Camera penale di Napoli chiede a gran voce di cancellare, «senza sospensioni o emende parziali». Ché quelle regole – lamenta l’organismo di rappresentanza dei penalisti – mortificano la categoria facendola sentire «ospite sgradita» in luogo che, invece, è la casa anche dell’avvocatura.

«Ad essere inaccettabile è il contenuto complessivo del provvedimento – sottolinea in una nota la Camera penale guidata da Ermanno Carnevale – Il provvedimento è chiaramente offensivo nei confronti di tutti gli avvocati, dipinti come ospiti fastidiosi e sgraditi negli uffici giudiziari, con i quali evitare di ‘fare polemiche inutili’», laddove invece invece «noi siamo i padroni di casa con pari dignità, ancora di più perché rappresentiamo i diritti dei cittadini nel nome dei quali la Giustizia è amministrata». Per ribadire la propria «indignazione» e per rivendicare «il rispetto per la nostra funzione» che «non può essere declamato all’occorrenza», la Camera penale terrà una conferenza stampa e sarà sostenuta dall’Unione delle Camere penali italiane. In quella occasione saranno illustrate anche le «nostre linee di iniziativa politica e un documento indirizzato al ministro della Giustizia perché si ponga fine, nel pieno rispetto di tutte le cautele previste dalle contingenze sanitarie, ad ogni forma di limitazione all’accesso degli avvocati al nostro e a tutti i Palazzi di Giustizia del Paese, come ai relativi uffici».

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lunedì, 6 Luglio 2020 - 20:43
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