Festini con coca e minorenne, il pm: Cavazza procurava le ragazze. I soldi usati dalla giovane per rifarsi le unghie


L’avvocato Giovanni Voltarella invita alla calma ma sul conto di Davide Bacci, imprenditore edile coinvolto nell’inchiesta della procura di Bologna su festini con la cocaina si è già scatenato l’inferno. «Prima di esprimere giudizi affrettati sul mio assistito, credo sia opportuno leggere gli atti, cosa che non ho ancora potuto fare perché solo un’ora fa ho ricevuto l’avviso di deposito. Questo, anche per la delicatezza e la complessità del procedimento e per accertare se il mio assistito sia o meno coinvolto in quella che, come emerge dalla lettura dell’ordinanza, sembra una brutta vicenda», ha commentato l’avvocato Voltarella. «Ritengo che ci vogliano calma e cautela prima di esprimere giudizi affrettati sulla responsabilità penale di una persona – ha aggiunto – La complessità della vicenda impone una lettura attenta di tutti gli atti».

Bacci è attualmente in carcere e domani comparirà dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna per affrontare l’interrogatorio. In quella sede potrà decidere se replicare alle pensanti accuse che gli sono state mosse. Accuse pesanti. Si parla di festini a base di cocaina con un 17enne e altre giovani donne in una villa riconducibile all’imprenditore.

Ai domiciliari sono finiti Luca Cavazza, 27 anni, bolognese, agente immobiliare  e il 47enne Fabrizio Cresi, di Cesena. Quest’ultimo è stato arrestato anche in flagranza, al momento della notifica della misura, per possesso di alcuni grammi di cocaina. Cavazza, invece, è legato alla Lega: l’uomo è stato candidato dal Carroccio alle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna ma non è stato eletto. A seguito della notizia dell’arresto, la Lega ha provveduto a prendere le distanze da Cavazza e in modo particolare dalle critiche politiche sulla selezione dei propri uomini che non sono mancate ad arrivare. «Dopo appurate verifiche si precisa che Luca Cavazza non risulta essere iscritto alla Lega», ha detto Andrea Ostellari, senatore e coordinatore della Lega in Emilia. 

Per gli altri 4 indagati, tra i quali un avvocato e un ristoratore, la misura emessa è l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono, a vario titolo, di prostituzione minorile e detenzione illecita di stupefacenti. 

L’inchiesta ha preso a febbraio, a seguito della denuncia della madre della 17enne che si è presentata in caserma per denunciare frequenti allontanamenti da casa della figlia, che sospettava facesse uso di droga. 

Secondo il quadro accusatorio la 17enne veniva indotta a prostituirsi in cambio di droga e soldi. Nella ricostruzione degli investigatori la minore conobbe alcuni tra gli indagati frequentando gli ambienti della tifoseria della Virtus Basket. «Arrivati a casa di Bacci», questo un passaggio della testimonianza della giovane riportata nell’ordinanza del gip «io avevo già appreso da Cavazza che ci saremo fatti una ‘fattanza’, cioè Bacci ci avrebbe dato della coca. Infatti, appena arrivati a casa di Bacci io ho visto che c’erano una decina di persone, tra ragazzi e ragazze, che stavano pippando». In corso ulteriori accertamenti sui cellulari e tablet sequestrati agli indagati per verificare la presenza di eventuali filmati e chiarire il possibile coinvolgimento di altre persone nella vicenda.

Un ruolo di primo piano nella vicenda lo avrebbe avuto Cavazza, il candidato della Lega alle ultime regionali in Emilia-Romagna. L’uomo, annota il gip sposando le conclusioni della procura, era «a conoscenza di stare effettuando un vero e proprio scouting delle giovani disponibili. La prova è emersa con evidenza dalle parole della 17enne» che ha puntato l’indice contro Cavazza. «Cavazza – si legge nell’ordinanza – ha poi reiterato tale comportamento convincendo» la 17enne «a recarsi presso i co-indagati», così «dimostrando di essere dedito ad una vera e propria attività di procacciamento di ragazze anche minorenni potenzialmente disposte a prestazioni sessuali dietro corrispettivo con persone diverse dall’induttore stesso». Secondo quanto emerso, infatti, gli incontri non avvenivano solo nella villa riconducibile a Davide Bacci, ma in un caso anche in albergo o in altre abitazioni private. La 17enne ha anche raccontato – come si legge nell’ordinanza – che una volta è rimasta tre giorni a casa di uno degli indagati. Dopo aver consumato cocaina, ha riferito di «essersi prestata a fare giochi sessuali» con un’altra donna, per «il piacere visivo» dell’uomo che era con loro. La ragazza ha anche raccontato che Bacci, il padrone di ‘Villa Inferno’ «non mi ha mai dato completamente dei soldi per l’attività sessuale, ma ricordo di aver ricevuto da lui una somma di denaro a gennaio 2020, soldi che mi servivano per fare le unghie delle mani».

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mercoledì, 2 Settembre 2020 - 18:55
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