La nuova (ennesima) vita di Antonio Ingroia: l’ex pm antimafia con la passione per la politica si candida a sindaco

Antonio Ingroia
L'ex pm Antonio Ingroia

Da magistrato antimafia a politico di livello nazionale, poi avvocato, ora aspirante sindaco. Dando dignità a ogni ruolo rivestito e che intende rivestire, non si può parlare di parabola per Antonio Ingroia, ma di certo il suo percorso tra giustizia e politica, tortuoso e non privo di passi falsi, lo sta conducendo dinanzi l’ennesimo cambiamento. L’ex toga si è infatti candidato a sindaco di Campobello di Mazara, 11600 abitanti nel Trapanese (provincia di origine della famiglia di Ingroia) accettando l’appello di alcune liste civiche. La sua disponibilità era arrivata nei giorni scorsi ma è stata confermata questa mattina in una conferenza stampa in cui l’ex pm di Palermo ha risposto positivamente alla richiesta del comitato civico ‘Cambiamo Campobello’ per affrontare le elezioni che nel piccolo Comune siciliano si svolgeranno il 4 e 5 ottobre. E’ sostenuto anche dal Movimento Cinque Stelle.

«Cambiare Campobello – ha detto Ingoria, che dopo aver lasciato la toga nel 2013 fa l’avvocato – può diventare un modello nazionale. Un modello virtuoso, e  può essere il modello di una politica virtuosa, cioè il contrario di quello che è stato fino ad oggi. C’è chi ha già iniziato a fare campagna elettorale attraverso l’esercizio della amministrazione comunale».

«Non esiste sviluppo senza legalità e legalità senza sviluppo. Il principale nemico – ha continuato – non è la corruzione, ma la rassegnazione. La rassegnazione a che non possa cambiare nulla, la rassegnazione che la mafia è un elemento con cui scendere a patti, la rassegnazione insomma di essere sudditi e non cittadini. Credo che si possa stringere un nuovo patto sociale tra le realtà imprenditoriali più sane e i lavoratori. Creare un circolo virtuoso che può fare risorgere Campobello dalle sue ceneri diventando modello di riferimento anche nazionale».

Ingroia, 61 anni, fino al 2012 è stato sostituto procuratore a Palermo, dove si è occupato soprattutto di processi contro la mafia. Tra i processi che ha seguito, quello per l’omicidio del giornalista Mauro Rostagno, quello contro Bruno Contrada e Marcello Dell’Utri. Nel 2013 la candidatura a premier col movimento Rivoluzione civile, che raccolse pochi consensi elettorali, dunque il trasferimento alla procura di Aosta fino alla decadenza dalla magistratura. Nel 2018 una nuova candidatura nazionale col movimento creato insieme a Giulietto Chiesa, ‘Lista del Popolo per la Costituzione’, che ottiene nemmeno l’1%. Con la giunta regionale di Rosario Crocetta ha rivestito diversi incarichi pubblici, poi la scelta di fare l’avvocato e oggi il ritorno alla politica locale alle elezioni di Campobello.

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mercoledì, 2 Settembre 2020 - 16:30
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